La prima sede in Contrada della Signora
Il Pio Albergo Trivulzio nasce dalle disposizioni testamentarie del 26 agosto 1766 del principe Antonio Tolomeo Gallio Trivulzio (1692-1767) nato da Antonio Teodoro Gaetano e da Lucrezia Borromeo, Antonio Tolomeo Trivulzio era principe del Sacro Romano Impero, di Mesocco e della Val Mesolcina, signore dei feudi di Trivulza e Mirandola, feudatario imperiale di Retegno e Bettole.
Colto e raffinato, assiduo frequentatore dei salotti milanesi e soprattutto viennesi, il principe Trivulzio aderì alle nuove concezioni illuministiche e fu amico di Pietro e Gabriele Verri, di Cesare Beccaria, di Pietro Metastasio., nobile milanese e filantropo, attraverso le quali ne ordina la fondazione all'interno del suo stesso palazzo di abitazione, a Milano, in Contrada della Signora.
Profondamente colpito dalla povertà che imperversava in città, verso la metà del Settecento il principe iniziò a palesare l'intenzione di fondare un albergo dei poveri. Dopo un lungo e paziente lavoro diplomatico presso la corte di Vienna, per superare le questioni relative al passaggio dell'eredità, e con il beneplacito sovrano, nel testamento dettato il 23 agosto 1766 istituì erede universale “l'Albergo dei poveri che dovrà subito dopo la mia morte erigersi in questa città di Milano nel mio palazzo d'abitazione”.
Il 30 dicembre 1767 il principe morì e quattro anni dopo il Pio Albergo Trivulzio, finiti i lavori di ristrutturazione, inventariazione e sistemazione, accolse i primi 100 ricoverati.
Il 30 dicembre 1767 il principe morì e quattro anni dopo il Pio Albergo Trivulzio, finiti i lavori di ristrutturazione, inventariazione e sistemazione, accolse i primi 100 ricoverati.
Il Pio stabilimento apre nel 1771 con il ricovero dei primi cento assistiti.
Con le riforme ecclesiastiche e assistenziali dei sovrani austriaci, al Pio Albergo Trivulzio vennero aggregati alcuni enti soppressi: nel 1772 l'Opera Pia Sertoria; nel 1786 l'antico Ospitale dei Vecchi di Porta Vercellina; nel 1787 il Luogo Pio Pertusati di Pavia, disaggregato dopo soli quattro anni.
Tra il 1780 e il 1790 la città di Milano è soggetta ad una serie di riforme assistenziali volute dall'Imperatore Giuseppe II che portano alla formazione di quattro categorie di luoghi di assistenza:
- Ospedali
- Orfanotrofi e Istituti per l'educazione
- Luoghi Pii elemosinieri
- Alberghi per i vecchi e incurabili
Molti enti assistenziali vengono soppressi e i ricoverati trasferiti negli enti maggiori rimasti operativi, cosa che succede anche al Pio Albergo Trivulzio infatti nel 1786 viene unito l'"Ospedale dei Vecchi", conosciuto anche con il nome di "Ospedale dei vecchi di Porta Vercellina", nel 1772 l'"Opera Pia sartoria" e poi ancora nel 1787 il Luogo Pio Pertusati di Pavia.
Nel 1791, quando fu redatto il primo Regolamento Organico, il numero dei degenti superava già le 400 unità.
Nel 1807, con la nascita della Congregazione di Carità per opera di Napoleone, il Pio Albergo si trovò unito agli istituti dei Martinitt e delle Stelline nella sezione ospizi e orfanotrofi. Nel 1825, con lo scioglimento della Congregazione, i tre enti continuarono ad avere un’unica amministrazione ma solo dopo l’unità d’Italia ebbero un unico consiglio di amministrazione.
Nel corso dell’Ottocento l’istituto accolse sempre meno invalidi e sempre più anziani, qualificandosi soprattutto come ospizio. Alla fine del secolo nell’antico palazzo principesco di via della Signora i ricoverati erano oltre 1200 e divenne necessaria una sede più ampia.
Nel 1807, con la nascita della Congregazione di Carità per opera di Napoleone, il Pio Albergo si trovò unito agli istituti dei Martinitt e delle Stelline nella sezione ospizi e orfanotrofi. Nel 1825, con lo scioglimento della Congregazione, i tre enti continuarono ad avere un’unica amministrazione ma solo dopo l’unità d’Italia ebbero un unico consiglio di amministrazione.
Nel corso dell’Ottocento l’istituto accolse sempre meno invalidi e sempre più anziani, qualificandosi soprattutto come ospizio. Alla fine del secolo nell’antico palazzo principesco di via della Signora i ricoverati erano oltre 1200 e divenne necessaria una sede più ampia.
Le opere di ristrutturazione del Palazzo vengono affidate al Padre barnabita Ermenegildo Pini che progetta di demolire e ricostruire intere parti dell'edificio; l'eccessiva spesa che questi interventi avrebbero comportato, spinge gli esecutori testamentari del Principe a decidere di eseguire solo degli adattamenti funzionali sull'edificio, come il miglioramento della ventilazione delle camere e l'introduzione di acqua corrente e latrine.
L'aumento del numero dei ricoverati comporta la necessità di un cambiamento degli spazi; il piano di ampliamento dell'edificio viene affidato all'architetto regio Giuseppe Piermarini e per l'occasione vengono acquistati degli edifici contigui al Palazzo.
Alla fine del Settecento gli spazi all'interno del Pio Albergo sono così distribuiti: i vari locali di servizio (portineria, segreteria, refettorio, magazzino) sono collocati al piano terreno mentre i dormitori, i locali per il lavoro e le infermerie sono collocate al primo e al secondo piano.
Negli anni trenta e negli anni settanta dell'Ottocento l'edificio subisce dei nuovi rimaneggiamenti e ampliamenti e negli ultimi anni del secolo l'edificio venne dotato di un impianto di riscaldamento.
Il Palazzo in Contrada della Signora rivela ad inizio del Novecento tutta la sua inadeguatezza in termini di spazio, igiene e comfort e per questo motivo viene presa la decisione di costruire una nuova sede.
Tra il 1907 e il 1910 viene quindi realizzato il nuovo Pio Albergo Trivulzio sulla strada che conduce a Baggio.
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