venerdì 29 ottobre 2021

SANTA CATERINA ALLE ORFANE - ORFANOTROFIO DELLE STELLINE

Nel 1578, per volere di san Carlo Borromeo, nacque lo Spedale dei Poveri Mendicanti e Vergognosi. Collocato nel monastero di Santa Maria della Stella, lo Spedale accoglieva tutti coloro che, per mancanza di mezzi di sostentamento, erano costretti a mendicare.

Quasi parallelo allo Spedale della Stella, i Padri Somaschi avevano costituito nel 1534 un vero e proprio orfanotrofio femminile, collocato inizialmente nel monastero di Santa Caterina di Rancate, da cui prese il nome, e spostato nel 1549 nella vicina Santa Caterina alle Orfane in Porta Nuova.
I due ricoveri ebbero vite parallele: come lo Spedale della Stella, anche l’orfanotrofio di Santa Caterina ricevette nel 1583, dallo stesso San Carlo Borromeo, un regolamento preciso e puntuale.
Nel corso del Seicento lo Spedale della Stella iniziò a limitare il ricovero degli adulti, preferendo accogliere ragazzi e ragazze orfani, e nella prima metà del Settecento divenne quasi esclusivamente un ricovero per fanciulle.
Nel 1752 i pochi orfani maschi rimasti vennero allontanati e l’anno successivo Maria Teresa d’Austria conferì allo Spedale il titolo di Regio orfanotrofio femminile. Nel 1778 l’orfanotrofio delle Stelline ricevette un nuovo regolamento, approvato direttamente da Vienna, e nel 1784 ad esso venne aggregato il Ricovero di Santa Caterina.
L’istruzione delle orfane era elementare (lettura, scrittura e calcolo) e meno intensa rispetto ai Martinitt. La formazione delle Stelline era finalizzata a farne brave madri, mogli o cameriere: lavori domestici, ricamo, pizzi e cucina. Le orfane di maggior talento venivano istruite per diventare buone governanti in casa di nobili, perciò imparavano materie come il disegno, la musica, il ballo, la lingua francese e tedesca, la storia e il galateo.
Negli anni Ottanta del Settecento diversi enti vennero soppressi e aggregati all’orfanotrofio delle Stelline: il Conservatorio di Santa Pelagia Penitente, il Ricovero di Santa Febronia e il Ricovero di Santa Maria degli Angeli del Rosario, tutti soppressi nel 1784; il Ricovero della Madonna del Rifugio (o delle Malmaritate), soppresso nel 1785; l’Orfanotrofio di Santa Elisabetta di Monza, soppresso nel 1788.
Nel 1807, nata la Congregazione di Carità napoleonica, l’orfanotrofio iniziò ad essere amministrato insieme al gemello orfanotrofio dei Martinitt e al Pio Albergo Trivulzio, ma solo nel 1863, all’indomani dell’unità di Italia, i tre enti ebbero un unico consiglio di amministrazione.
Per tutto l’Ottocento l’orfanotrofio mantenne la sua secolare chiusura nei confronti del mondo esterno, con qualche concessione ai nuovi indirizzi educativi. Nel primo ventennio del Novecento si cercò di superare la dimensione claustrale e di aprire nuovi sbocchi professionali alle Stelline, inviandole alle scuole pubbliche, istituendo nuovi corsi professionali e facendo seguire loro apprendistati presso officine esterne, come già da tempo facevano i Martinitt.
Il sentimento di compassione suscitato nei cittadini dalla processione delle ragazze in occasione delle rare uscite dall'istituto. Soprattutto i bambini "si fermavano a guardare le orfanelle, tutte vestite nella medesima maniera, e chiedevano ai genitori: "Chi sono?". "Le Stelline", era la risposta, e sempre aggiungevano, come per fare rima: 'Poverine'".
Irene Luè, arrivata alle Stelline nel 1934 perché i suoi genitori erano morti di tubercolosi, pianse quando fu costretta ad abbandonare il brefotrofio, dopo undici anni di permanenza, per raggiunti limiti d'età: "Le suore erano molto severe e la vita non era certo semplice, soprattutto durante gli anni della guerra, ma non ci è mai mancato nulla - racconta, con gli occhi lucidi - Forse perché avere poco ci aiutava ad apprezzare di più i piccoli lussi che ci venivano concessi".

Come la frutta cotta, che veniva inserita nel menù solo al giovedì ed era talmente attesa "che niente avrebbe potuto distoglierci dal piatto. Ricordo che Mussolini annunciò la conquista dell'Etiopia proprio un giovedì. La direttrice ci convocò tutte nel suo ufficio per ascoltare il discorso del Duce alla radio. Io e le mie amiche fummo le uniche a non alzarci da tavola. Non avevamo ancora finito la nostra porzione di frutta cotta".
Dal dopoguerra a oggi le Stelline, così come i Martinitt, hanno vissuto una enorme trasformazione, in particolare con la nascita negli anni Settanta delle comunità alloggio, piccoli gruppi che vivono con i loro educatori in appartamento di proprietà dell'Ente quasi come in una vera famiglia.
Oggi il bellissimo Palazzo delle Stelline di Corso Magenta, venduto al Comune di Milano, è un centro congressi e sede di fondazioni, uffici dell’Unione Europea e del centro culturale francese.
Orfanotrofio Femminile della Stella. Orfane della prima sezione della scuola elementare
Fine del 1800
Milano, Archivio dell' ASP Istituti Milanesi Martinitt e Stelline e Pio Albergo Trivulzio

Orfanotrofio Femminile della Stella. Lezione pratica di stireria
Fine del 1800 inizio del 1900
Milano, Archivio dell'ASP Istituti Milanesi Martinitt e Stelline e Pio Albergo Trivulzio


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