Da una di queste arriva un forte odore di acqua marcia, dovuto alla presenza di discrete quantità di composti a base di zolfo. Ovviamente quell’acqua è inutilizzabile per l’acquedotto ma quell’acqua solforosa, dal sapore tipicamente termale, era ritenuta salutare e anche miracolosa: vengono perciò costruite – a cavallo tra gli anni ’20 e ’30 – tre fontane per consentire ai milanesi di godere delle proprietà benefiche di quella falda “puzzolente”. Interessante è il fatto che siano accomunate dalla stessa forma ottagonale.
La più conosciuta e visitata delle tre, l’unica ancora attiva fino a poco tempo fa (sorsate al sapore di uova marce!) e oggi purtroppo in cattive condizioni, si trova nel Parco Sempione, dove dalle colline del Monte Tordo si scende verso l’Arena. Al centro della fontana un cartello avvertiva: “acqua non potabile”. Ciò nonostante i milanesi più impavidi, gente che del coraggio ha fatto una virtù razionale, quando l’acqua ancora zampillava non esitavano a riempivano bottiglioni con l’acqua dell’eterna giovinezza che avevano imparato a conoscere tramite i loro nonni.
Altra fontana è quella di Piazza Sant’Angelo, sul sagrato dell’omonima Chiesa, che fu arricchita nel 1926 dalla statua di bronzo di “San Francesco che predica agli uccelli” .
La terza fontana, fino a qualche tempo fa nello spartitraffico di viale Piceno all’altezza del numero 17 è stata restaurata nel 2003 e ancora di recente per Expo. Ora è tornata zampillante e perfetta come nuova, ma è stata spostata nella vicina piazza Emilia.
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