Così, prima dell’avvento delle macchine mosse dalla forza del vapore e poco più tardi dai motori a scoppio, per non parlare dell’avvento dall’elettricità, nella nostra regione, la forza dell’acqua era l’unica energia capace di alleviare la fatica di generazioni di contadini, allevatori e artigiani. Un’energia che era a disposizione, come quella generata dalla forza dei buoi (ad es. per trainare i barconi sui terraggi controcorrente) dagli asini o dai cavalli, a disposizione del ducato visconteo, intento a fare di Milano una capitale europea. E’ chiaro quindi, che tutta questa energia incanalata avesse bisogno di professionisti che la sapessero far fruttare, a servizio di un’economia in parte ancora contadina e in parte pre-industriale.
Alcuni di essi come il fabbro e il maniscalco per ferrare gli animali servivano i bisogni di un popolino industrioso e operoso ma la carpenteria pesante aveva ben più alti clienti ed esigenze, con investimenti notevoli anche sulle botteghe. Nel primo caso infatti, i prodotti che uscivano da queste botteghe erano oggetti di uso quotidiano e merce di scambio con l’intero ducato. I trasporti, effettuati sempre con i carri trainati da buoi e cavalli, che operavano per conto dei fornaciai, dei cavatori di pietra, dei conciatori e delle segherie, o dagli stessi contadini che portavano i prodotti dalle campagne, garantivano continuità di richieste per la manutenzione delle ruote, dei perni e dei ferri per gli zoccoli degli animali.
Nel secondo caso si trattava di una vera e propria industria con vere e propri ingegnosi macchinari, i magli appunto, che potevano garantire e sostituire la forza lavoro di centinaia di uomini e che dovevano fornire materiale grezzo, per fabbriche più importanti e redditizie, non ultima quella della guerra.
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