

L'identificazione iconografica dei santi in prigione non è agevole. Recentemente è stata anche contestata (Bisogni) la tradizionale identificazione con i santi Vittore, Gervasio e Protasio, ed è stata avanzata l'ipotesi che si tratti di Maurizio e dei suoi due compagni della legione tebana, Essuperio e Candido. Tale asserzione non poggia però su prove convincenti, bensì su un argumentum e silentio, e cioè che, essendo la chiesa dedicata a san Maurizio, anche l'isolata cappella ne avrebbe dovuto rispecchiare nell'iconografia l'intitolazione. Ma, appunto, solo la chiesa era dedicata a san Maurizio, non necessariamente la cappella che, ricavata all'interno di una torre, poteva benissimo essere associata ad una prigione; prigione, innanzitutto, di santi milanesi. In questo senso la testimonianza delle guide è risolutiva: si ricordano infatti puntualmente cerimonie sacre svoltesi in S. Maurizio in occasione del giorno in cui i santi Vittore, Gervasio e Protasio vengono venerati. Il Liber Notitiae (col. 400 B) ricorda ad esempio proprio presso il Monastero Maggiore il culto dei santi Vittore ed Urso ("qui ex gloriosa legione thebeorum primis diris supplitiis excruciati..."); se si volesse dare una connotazione spiccatamente militare al gruppo dei tre santi (cavalieri e quindi soldati) si potrebbe proporre anche un'associazione Vittore/Nabore e Felice, assai diffusa in ambito milanese (assieme a quella Vittore/Gervasio e Protasio) sin dalla tarda antichità. Tenuto conto del ruolo privilegiato occupato dall'immagine di san Michele (la cui testa fu purtroppo sconsideratamente strappata alla fine della seconda guerra mondiale), parrebbe logico riconoscere nella cappella quella menzionata dal Liber Notitiae (col. 220 D): "est altare sancti Michaelis in Monasterio maiori, quia sancti in resurrectione non nubent neque nubentur, sed erunt sicut angeli in celo".
Se i santi sotto arcata si collegano direttamente a quelli della cappella del Campanile di S. Marco (nonché al lacerto in S. Eustorgio, e alla Madonna di Chiaravalle), la scena con i santi in prigione manifesta contatti assai prossimi con le storie delle Sante Liberata e Faustina di Como, sia nella proiezione verso l'esterno dell'ambiente, di risentita stereometria poligonale, sia nei modi propri della composizione

Del periodo tardo-imperiale è la torre poligonale di 24 lati, conservata nel giardino del Monastero Maggiore. Detta comunemente di Massimiano, è conosciuta anche impropriamente - con equivoco erudito durato sino ad oggi - come "torre di Ansperto", poiché creduta parte delle mura di Ansperto da Biassono (che fece rialzare le mura Massimianee soprattutto sul lato occidentale della città e presso il Monastero in questione). La torre, alta 16,60 m., è in realtà quella del Circo. In realtà, più possibilmente qui sorgeva un avamposto fortificato rettangolare, a nord dei carceres del Circo, e a guardia del quartiere imperiale e della via che portava al Sempione: sono stati conservati in loco alcuni di questi modesti ambienti dell'età flavia, rinvenuti nel 1961 nel secondo chiostro del monastero, con pavimento in cocciopesto e struttura muraria in opus mixtum, mattoni e ciottoli, con qualche lacerto di decorazione pittorica. L'ottimo stato di conservazione si deve al suo riuso come oratorio nel basso medioevo, al tempo del Monastero Maggiore. Venne decorata agli inizi del XIV secolo con una serie di santi coordinati dal consueto schema ad arcate, ed alternati ad altre singolari iconografie.

Accessibilità: Su richiesta.
Per informazioni: tel. 02 86450011
Orari e biglietti per accesso al Civico Museo Archeologico:
- da martedì a domenica: 9.00-13.00; 14.00-17.30 (ultimo ingresso ore 17.00)
- chiusura: tutti i lunedì, 1 gennaio, 1 maggio, 25 dicembre
Ingresso a pagamento: biglietto intero Euro 2.00; Ridotto Euro 1.00
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