
Il teatro consta attualmente di tre sale: la Sala Grassi (sede storica di via Rovello), il Teatro Studio Melato (spazio sperimentale che ospita anche la scuola di teatro), il Teatro Strehler (sede principale, inaugurata nel 1998).
Dopo la morte di Giorgio Strehler, la direzione è stata affidata a Sergio Escobar, che ha guidato il Piccolo dall'ottobre 1998 al luglio 2020. Consulente artistico, dal 1999 fino alla sua scomparsa, è stato il regista Luca Ronconi. Dal 1º dicembre 2020 il Direttore del Piccolo è Claudio Longhi.
Il secondo dopoguerra vide la nascita, in Italia, dei teatri pubblici, chiamati anche “stabili” in contrapposizione alle compagnie private, che erano itineranti. Il teatro italiano aveva accumulato un certo ritardo rispetto ad altri paesi: la moderna regia non si era ancora sviluppata e i tempi per le prove erano molto ridotti. Anche il fascismo non aveva inciso sul panorama teatrale, preferendo sovvenzionare compagnie private per poterne orientare le scelte. Nel secondo dopoguerra si fece invece strada la richiesta di un teatro come “servizio pubblico”: di questa istanza si fecero portatori Paolo Grassi e Giorgio Strehler, i quali si conobbero nel 1938 a Milano, alla fermata del tram 6 all’angolo tra corso Buenos Aires e via Petrella. Grassi diede voce alle idee sul teatro come servizio pubblico in un articolo pubblicato sull’ “Avanti!” del 25 aprile 1946.
Negli anni successivi alla conclusione del secondo conflitto mondiale, Milano è una città in grande fermento: ha vissuto la Resistenza, le rivendicazioni sindacali e sta affrontando la difficile ricostruzione. In questo contesto, Paolo Grassi e Giorgio Strehler trovano un interlocutore privilegiato nel sindaco, l’avvocato socialista Antonio Greppi: appassionato di teatro (per un certo periodo fu anche autore) sostenne la necessità di una rinascita anche culturale della città.
Teatri già attivi in quegli anni erano Teatro Lirico, il Teatro Nuovo, il Mediolanum, il Teatro Odeon e il Teatro Excelsior. Proprio in quest’ultimo, nel novembre 1946, andò in scena “I piccoli borghesi” di Maksim Gor’kij, spettacolo organizzato da Paolo Grassi con regia di Giorgio Strehler: è considerato la “prova generale” della nascita del Piccolo Teatro.
Il 26 gennaio 1947 la Giunta municipale deliberò la costituzione del nuovo teatro, con il nome di Piccolo teatro della città di Milano, e gli assegnò come sede il Palazzo Carmagnola, conosciuto anche con il nome di Broletto, in via Rovello 2, sede della Filodrammatica degli impiegati comunali, divenuto negli anni della R.S.I. luogo di supplizi ad opera della milizia fascista Ettore Muti. Lo spazio può contare su un palcoscenico di dimensioni ridotte (sei metri di profondità per cinque e mezzo di larghezza) e circa 500 posti a sedere. Il nome “Piccolo teatro” fa riferimento, da un lato, a questi spazi non certo grandi, mentre dall’altro è un omaggio al Malij Teatr di Mosca (“piccolo” in opposizione al Bolscioi).
Il Piccolo, a gestione municipale, fu insieme il primo teatro pubblico e il primo teatro stabile d’Italia. Sono considerati fondatori Paolo Grassi, Giorgio Strehler e Nina Vinchi, segretaria generale del Piccolo, perno centrale della struttura organizzativa.
I primi quattro membri della commissione artistica, nominati dalla Giunta del sindaco Greppi, furono: Paolo Grassi, Giorgio Strehler, Mario Apollonio e Virginio Tosi. Negli anni Cinquanta anche Eugenio Montale divenne un membro della commissione.
Gli intenti programmatici del Piccolo Teatro furono dichiarati sul “Politecnico” di Elio Vittorini, dove fu sottolineata la volontà di realizzare un “teatro d’arte per tutti”: il repertorio non avrebbe compreso testi destinati a essere pura e semplice evasione per compiacere il pubblico e garantirsi così un guadagno, come accadeva con le compagnie private. Il Piccolo sarebbe stato “teatro d’arte” poiché si poneva come teatro avente unicamente ambizioni artistiche, senza una gestione speculativa, e con una precisa progettualità nella scelta degli spettacoli. Sarebbe stato inoltre un “teatro per tutti”, poiché i prezzi dei biglietti sarebbero stati mantenuti bassi e vi sarebbe stata la possibilità di sottoscrivere abbonamenti e di ricevere sconti nel caso di gruppi. Secondo l’opinione di Grassi, infatti, il “popolo” non rimaneva fuori dai teatri per una questione culturale, ma unicamente per ragioni economiche.
Completati, a spese del Comune, i lavori di ristrutturazione dello spazio teatrale, il Piccolo Teatro inaugurò il 14 maggio 1947 con l’ “Albergo dei poveri” di Maksim Gor’kji, regia di Giorgio Strehler, che vi recita anche la parte del ciabattino Alioscia. Prima dello spettacolo Grassi tenne un discorso in cui ringraziò il Comune, gli enti pubblici e privati e gli stessi spettatori e abbonati; lo spettacolo fu preceduto da una Serenata di Mozart suonata dall’orchestra della Scala diretta dal maestro Jonel Perlea.
Nel 1952 la sede del Piccolo in via Rovello è oggetto di interventi di ristrutturazione, su progetto degli architetti Ernesto Nathan Rogers e Marco Zanuso tesi ad allargare il palco e ad aumentare la capienza della sala.
Nel 1950 con la regia di Vittorio Orsenigo sono rappresentati Ubu Roi di Alfred Jarry e Le Mammelle di Teresia di Guillaume Apollinaire. Intanto Giorgio Strehler firmava la regia di spettacoli di autori sui quali tornerà più volte a lavorare nel corso della sua carriera
Gli anni Sessanta videro un tentativo di decentramento da parte del Piccolo, un esperimento per coinvolgere maggiormente le periferie. Gli anni Sessanta furono anche gli anni della contestazione: il Piccolo divenne bersaglio di polemiche, così come gli altri teatri stabili, considerati da abbattere. In questo clima Strehler decise, nel 1968, di lasciare il Piccolo e diede vita, insieme a un gruppo di attori. Dal 1968 al 1972 le redini del Piccolo furono tenute dal solo Grassi
Nel 1972 Paolo Grassi divenne sovrintendente della Scala e Giorgio Strehler tornò al timone del Piccolo come direttore artistico unico.
Nel 1986, venne inaugurato il Teatro Studio (in via Rivoli 6), progettato dall’architetto Marco Zanuso. Nel 1987 venne fondata da Strehler la Scuola per attori, che ha sede nel Teatro Studio, oggi intitolata a Luca Ronconi.
Nel 1991 il Piccolo fu riconosciuto “Teatro d’Europa” per la vocazione europeista e internazionale. Gli anni Novanta furono tuttavia anni difficili: Milano fu coinvolta negli scandali di “tangentopoli” e lo stesso Strehler venne processato per alcuni fondi europei destinati a finanziare corsi di formazione. Al termine della vicenda giudiziaria il regista fu però assolto con formula piena. Il 25 dicembre 1997 Giorgio Strehler si spense a Milano.
Nel biennio 2008-2009, la sede storica di via Rovello è stata sottoposta a un intervento di restauro conservativo, che ha reso più confortevole e funzionale la sala (488 posti) e il palcoscenico. Durante il restauro sono stati scoperti affreschi riconducibili a Bramante e forse anche a Leonardo. Durante il medesimo intervento è stato recuperato anche il chiostro, oggi intitolato a Nina Vinchi.
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