A proposito della villa Rosnati scriveva lo storico Santino Langè nel 1972:
“Nella palazzina padronale si inserisce ortogonalmente un corpo di poco più basso che ospita la cappella gentilizia riconoscibile dall’abside a spigoli smussati e dalle finestre ovoidali (...). La villa, molto semplice, è da attribuire alla seconda metà circa del XVIII secolo, posteriore quindi di più cinquant’anni alla cappella, che è dei primi anni del Settecento.
Compare, in grande evidenza, nelle cartografie di metà ottocento con un grande giardino "all'italiana". Circostanza che fa supporre che la Cascina Nebuloni
non fosse quindi un semplice cascinale ma una Villa Padronale con annessa azienda agricola, infatti adiacente alla Cascina c'era e c'è ancora adesso, la villa settecentesca degli antichi proprietari nobili Rosnati di Appiano Gentile.
La cascina Nebuloni aveva l'entrata in via F.lli Zoia; l'azienda agricola era composta dall'abitazione del fittavolo, dalle case dei contadini, dalla cantina con un torchio, la stalla per le mucche da latte, lo stallino per i cavalli, lòa porcilaia, portici vari e nel cortile era ricavata l'aia.
ail terreno di pertinenza della cascina era di circa 40 ettari, metà a marcita e metà a seminativo ed a prati stabili.
Gestita, si suppone, secondo i criteri tipici delle cascine lombarde: abitazione del proprietario e dei contadini che vi lavoravano, stalle e fienili, locali per la fabbricazione dei prodotti agricoli, magazzini raggruppati intorno ad un grande cortile.
Annessa alla villa c'era la cappella della famiglia "el Gesioeul", come la chiamavano gli abitanti di Quarto, con dentro un altare in marmo rosa che fu demolito nel 1939. La chiesetta divenne poi l'officina di un meccanico. Ora è stata restaurata ed adibita ad abitazione.
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