sabato 26 febbraio 2022

CASCINA CATTABREGA

In via Trasimeno, di fronte al civico numero 84/7, all'interno di un gradevole piccolo parco, fa bella mostra di sè una curata cappelletta che rimanda alle architetture che contraddistinguono le sepolture di famiglia nei cimiteri dei sobborghi.
Non ci sono scritte o lapidi però che lascino intuire qualcosa di più sulla storia di questa architettura religiosa.
All'interno, si scorge un altare sul quale spiccano una statuetta che riproduce la Madonna di Lourdes, la fotografia di una persona anziana e un cero sempre acceso.
Voci di quartiere identificano il personaggio della foto come signora Galimberti che qui riposa.
Era proprietaria dei terreni su cui sorge la cappelletta e alla sua morte lasciò in eredità denaro e terreni affinchè vi fosse costruito un asilo nido.
Probabilmente faceva parte della famiglia del Commendator Angelo Galimberti, costruttore edile che aveva eretto diversi palazzi in zona, e che, nel 1963 acquistò i terreni relativi alla cascina Faipò, via Magistretti, con l'obiettivo di rendere possibile la costruzione della chiesa di San Basilio.
A due passi dalla cappelletta, sempre lungo la via Trasimeno, troviamo ciò che resta della Cascina Cattabrega nei cui pressi, nel 1869 furono rinvenute alcune tombe di terracotta a forma di cono tronco, contenenti oggetti di bronzo e le ceneri dei defunti, probabilmente queste sepolture risalivano all'età del bronzo. Come sempre furono oggetto di furto da parte di ignoti profanatori e ciò che rimase fu donato all'accademia di Brera. 
Ritrovamento di un sepolcreto, avvenuto nel 1869 a circa un quarto d’ora da Crescenzago in un podere di Leopoldo Arnaboldi situato presso un corso d’acqua sorgente detto il Roggione”, che ci farebbero pensare all’esistenza di alcune tribù precedenti l’insediamento romano e che già praticavano l’incinerazione dei propri defunti; alcuni ritrovamenti del sepolcreto, come vasi di terracotta e asce di bronzo, potrebbero risalire, infatti, all’ultima età del bronzo.
Ma torniamo alla nostra cappelletta, dovrebbe essere stata eretta negli anni 50, il terreno su cui sorgeva era stato successivamente venduto al gruppo Ligresti che pagò i dovuti oneri di urbanizzazione al comune di Milano ma non diede inizio a nessun tipo di lavoro.
Col passare degli anni il terreno divenne una vera e propria giungla e solo negli anni 80 fu messa in essere una seria bonifica durante la quale, fra lamiere ed amianto ricomparve la nostra Cappelletta.
due possibili versioni sull'origine della costruzione, beninteso senza alcuna certezza storica, semplicemente voce di popolo.
La prima racconta che la signora della fotografia stava diventando cieca e quindi chiese grazia alla Madonna per non perdere totalmente la vista, a grazia concessa, fece erigere la cappelletta ed espresse il desiderio che alla sua morte sul terreno circostante fosse costruito un asilo nido.
La seconda storia racconta di un figlio che aveva commesso qualcosa di grave e, in cerca di espiazione, fece erigere la cappelletta dedicandola alla Madonna e facendovi tumulare la madre.
Al di là delle leggende metropolitane, che però un fondo di veridicità storica lo conservano sempre, va dato atto agli abitanti del quartiere per l'impegno costante con cui si occupano della piccola costruzione, tanto che il comune di Milano, dietro la loro spinta ha progettato e realizzato il parco che racchiude questa vera perla del quartiere, quando i cittadini si impegnano preservano i veri valori culturali ed ambientali del proprio territorio ed è proprio l'impegno degli abitanti a dare il valore aggiunto a questa nostra piccola storia.
Ora sede di un centro ricreativo

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