giovedì 6 gennaio 2022

SCUOLA MILITARE TEULIE'

L'edificio che attualmente la ospita fu costruito nel medioevo per ospitare l'ospedale di San Celso. Successivamente, nel 1758, divenne il monastero cistercense di San Luca, adibito prima ad ospedale militare e poi, nel 1802, per mano di Pietro Teulié, ad orfanotrofio militare. L'orfanotrofio mutò il suo nome, contemporaneamente all'istituzione del Regno d'Italia Napoleonico, in Reale Collegio degli Orfani Militari.

Le origini della Scuola militare di Milano vanno fatte risalire all'opera del generale Pietro Teulié, che il 21 aprile 1801 fu nominato ministro della guerra nell'ambito del governo della Repubblica Cisalpina. Nonostante egli abbia ricoperto tale incarico per un periodo di pochi mesi, in tale periodo egli si adoperò per fornire una sistemazione adeguata ai veterani di guerra, agli invalidi e agli orfani militari. Cinque mesi dopo le sue dimissioni da Ministro della Guerra, infatti, il generale ebbe la soddisfazione di vedere accolte le proprie istanze. Il 1º gennaio 1802 (11 nevoso dell'anno X) Luigi Tordorò, succedutogli nell'incarico di ministro, diede mandato al commissario di Guerra Guizzardi di presiedere una commissione per "l'organizzazione di una compagnia di Invalidi e due di Veterani e per la scelta di un locale nella casa di San Luca che sia proprio ad un orfanotrofio di quaranta figli dei più meritevoli dei nostri guerrieri".

La commissione, di cui facevano parte il comandante dei veterani Endris e i capitani Duracci e Sceger, lavorò in fretta. Due settimane dopo, il primo regolamento della Scuola era pronto e veniva pubblicato con l'ordine del giorno n. 86 del Dipartimento della Guerra datato 15 gennaio 1802. Eccone l'incipit: "Interprete dei sentimenti di riconoscenza che nutre la patria per quegli onorati cittadini che dalle di lei battaglie sortirono mutilati o incanutirono sotto il peso delle armi impugnate a prò dei loro concittadini, ed animato dai sentimenti paterni che l'armata professa il nostro saggio Governo, il Ministro della Guerra ordina che in tutte le sue parti sia eseguito il seguente provvisorio regolamento. Soldati! La cura che prende la nazione per i vostri fratelli meno felici animi il vostro coraggio, e vi dimostri che non sono dimenticati, anzi si premiano gli onorati servigi."

Il documento si componeva di trentanove articoli, di cui circa trenta dedicati all'organizzazione dei veterani invalidi e il restante ai loro figli orfani.

Il primo comandante fu il Capitano Antonio Artaud, un francese di sessantuno anni, proveniente dalle truppe modenesi, in forza a una compagnia di Veterani; suo vice fu il Capitano Giovanni Champenois, con funzioni di sottoeconomo, sessantenne e francese anch'esso. L'organico era completato da un Tenente, un Sottotenente, un Sergente Maggiore, due Sergenti e sei Caporali, tutti provenienti dalla Compagnia di Veterani. Il 23 novembre 1802 fu nominato direttore dell'orfanotrofio il Capitano degli Invalidi Ignazio Ritucci, ex Capo Battaglione dell'Esercito Borbonico e Capitano nella Repubblica Partenopea. Nonostante il nome, l'istituto, oltre che orfani di guerra ospitava anche figli di militari in servizio, fungendo da vero e proprio collegio militare. Nel luglio 1804 terminò la convivenza dei giovani allievi dell'Orfanotrofio con i Veterani e Invalidi.

Nel dicembre 1805, dopo la proclamazione del Regno d'Italia l'istituto prese il nome di "Collegio reale degli orfani militari" sotto gli ordini del Capo Battaglione Giovan Battista Deangeli, risultava costituito da 300 alunni organizzati in sei compagnie comandate da un sergente maggiore e lo studio aveva la finalità di preparare all'esame di ammissione alle accademie militari di Modena e e Pavia oppure permetteva di proseguire la carriere nell'esercito come sottufficiale.

Nel 1807 il Viceré Eugenio di Beauharnais approvò il nuovo regolamento e mutò la denominazione dell'Istituto in "Collegio Reale degli Orfani Militari".

Il 20 agosto 1811 fu approvato il nuovo regolamento del Reale Collegio degli Orfani di Milano a firma di Eugenio Napoleone di Francia, Viceré d'Italia, Principe di Venezia e Arcicancelliere di Stato dell'Impero, a nome di Napoleone Imperatore dei Francesi e re d'Italia".

Il 9 novembre 1811 Deangeli, nominato Comandante d'Armi di 4ª Classe, passò le consegne del Collegio all'Ispettore alle Rassegne, Barone Giacomo Filippo De Meester Hüyoël. Con questo strumento normativo il Generale De Meester condurrà la sua azione pedagogica sino al 1814. Il Governatorato di De meester coincise con il declino di Napoleone. De Meester si era compromesso firmando un appello a Lord Bentinck per il mantenimento di un Regno Italico indipendente, insieme al suo collaboratore al Collegio, Giuseppe Merlo. A mezzanotte dell'11 dicembre 1814 De Meester fu arrestato nella sua casa di via della Passione 245 e scontò due anni nelle prigioni milanesi e due nella fortezza di Theresienstadt. La direzione dell'Orfanotrofio, all'atto del suo arresto, era passata provvisoriamente al Tenente Colonnello Edward Young e ratificata nel 1815 insieme alla nuova denominazione di Imperial Collegio Militare di San Luca.


Il 21 settembre 1814 il collegio passava alle dipendenze dell'Imperial Regio Comando Austriaco.

Nel periodo di trapasso dal vecchio al nuovo regime, l'ordinamento del Collegio e la composizione dello Stato Maggiore non mutarono. Gli ufficiali rimasero al loro posto ma il corpo insegnanti fu drasticamente cambiato; tutti i professori "forestieri" furono licenziati, tra cui il piemontese, professore di francese, Silvio Pellico, il quale trovò un impiego come precettore presso il conte Porro Lambertenghi, attorno al quale si riunivano letterati e scrittori di spiriti romantici e liberali.

Il successore di De Meester, Tenente Colonnello Edward Young fu in assoluto il comandante che rimase in carica per più tempo, dal 1814 al 1836. Il suo primo compito fu quello di traslare le spoglie di Pietro Teulié dalla "sua" scuola e inumarle in San Celso, per reprimere i sentimenti napoleonici prima e risorgimentali poi, che serpeggiavano tra le truppe e in particolar modo nel Collegio.

Le uniformi furono cambiate; il verde che era stato il colore della Repubblica cisalpina fu abbandonato per passare al grigio cenere. Furono confezionate giacchette con risvolti rosso carminio, pantaloni stretti dello stesso colore con filetto rosso, scarpe con stringhe e berretto.

Nel 1821 i fratelli Boneschi, ex allievi, erano fra i cospiratori e il Collegio fu sempre considerato "vivaio di spiriti liberi".

Nel 1836 il Colonnello Young fu sostituito dal Maggiore Johann Cristophe von Leuenfels, proveniente dal battaglione cacciatori.

Nel 1838, con risoluzione del 30 novembre, l'imperatore Ferdinando I decretò lo scioglimento del Collegio Militare, in luogo del quale furono create due Case di educazione militare a Bergamo (Casa di educazione lombarda) e a Cividale (Casa di educazione veneta).

Nel 1839 Ferdinando I d'Asburgo trasformò il collegio in Imperial regio collegio dei cadetti.

L'edificio di San Luca fu quindi destinato a ospitare una compagnia di centocinquanta cadetti, organizzata sul modello dei Collegi dei Cadetti austriaci. La Compagnia dei Cadetti fu comandata dapprima dal capitano Joseph von Reichenau, poi, dal 1847, dal capitano Rudolf Severus.

Nel 1848 la rivolta, preceduta da quelle di Vienna, Parigi e Palermo, scoppiò anche a Milano. Da sabato 18 a mercoledì 22 marzo, un popolo di centossessantamila cittadini cacciò dalla sua città una guarnigione di sedicimila austriaci comandati dal Conte Joseph Radetzky von Radetz.

Uno degli ultimi capisaldi a essere abbandonato dagli austriaci fu la scuola militare, situata a ridosso delle mura e dominante Porta Ludovica. Pochi giorni dopo la fine dei combattimenti in città, i locali della scuola militare milanese furono presi in custodia dalla Municipalità e consegnati al signor Antonio Carnevali che, per sua iniziativa, vi aprì una scuola d'artiglieria e genio.

Gli eventi del 1848 sono ricordati ogni anno in occasione della ricorrenza delle cinque giornate in cui avvengono due cerimonie dette della Consegna del Primo Tricolore: la prima si svolge in Piazza Cinque Giornate, ai piedi dell'omonimo monumento, in cui il Comune di Milano consegna al Comandante della Scuola lo storico simbolo: il tricolore che sventolò sulla guglia più alta del Duomo dopo la scacciata degli austriaci, l'altra nel corso del giuramento degli Allievi della I Compagnia, quando la Bandiera viene riconsegnata al Comune.

Il 6 agosto 1848 il feldmaresciallo Radetzky rientrò a Milano e l'edificio scolastico fu nuovamente adibito ad ospedale militare e tale vi rimase per tutto il decennio successivo che passerà alla storia come il "decennio di preparazione". Malgrado l'interessamento dello stesso Radetzky, il Collegio non fu riaperto, per il resto degli anni in cui Milano rimase sotto il regno Lombardo Veneto. a causa della partecipazione degli allievi alla rivolta antiaustriaca.

Il collegio venne ricostituito nel 1859 quando il 26 agosto Vittorio Emanuele II firmò il decreto istitutivo di un collegio militare da istituire a Milano e destinato a "fornire Allievi idonei all'ammissione nella Regia Militare Accademia". Le norme, recitava il decreto, erano le medesime del Collegio Militare di Asti, istituito nel 1857 e di quello di Racconigi, fondato nel 1834 per i figli di militari. Fu insediata una commissione col compito di decidere sulla idoneità allo scopo dei locali di San Luca e la scelta fu quasi obbligata, non solo per carenza di altre strutture, ma per ovvie ragioni di continuità storica.

Nel 1860 furono numerose le domande di ammissione di ragazzi provenienti da varie parti d'Italia e anche dalle regioni ancora sotto dominazione austriaca.

Gli ultimi francesi lasciarono San Luca nell'ottobre 1859. A novembre fu nominato comandante il Luogotenente Colonnello Efisio Cugia di Sant'Orsola, affiancato dal Maggiore Pompeo Bariola.

A sostituire Cugia venne chiamato il Tenente Colonnello Genova Thaon di Revel di Saint André.

Suo successore fu il Tenente Colonnello Roberto Patrese, che rimase in carica dal 1860 al 1861, l'anno dell'Unità d'Italia.

La politica di risanamento dei bilanci condotta energicamente dal Governo, portò alla soppressione del Collegio Militare di Parma e al trasferimento a Milano di 70 allievi nel 1864 e alla chiusura del Collegio Militare di Asti e al trasferimento a Milano di 47 allievi nel 1866.

A causa della situazione precaria, si preferiva immettere nel Collegio un numero di nuovi allievi inferiore a quello di coloro che ne uscivano e si arrivò alla chiusura del Collegio, decretata l'11 agosto 1869 e attuata il 16 settembre. Gli allievi rimasti furono trasferiti nel Collegio Militare di Napoli. L'edificio di San Luca fu destinato in quegli anni alla Scuola di agricoltura, insediata con decreto del 10 aprile 1870 e aperta ufficialmente il 2 gennaio 1871.

Nel 1873, la legge sul nuovo ordinamento dell'esercito proposta dal Ministro Ricotti stabilì la creazione dei collegi per preparare i giovani alle Accademie Militari. Accanto alla Nunziatella, che non era mai stata soppressa, fu decisa nel 1874 l'apertura dei collegi a Firenze e Milano.

Con Regio Decreto del 19 settembre 1895 il Collegio fu chiuso per le solite ragioni economiche.

Durante la prima guerra mondiale, l'edificio fu adibito a caserma del 7º Bersaglieri. Al termine della guerra, con Regio Decreto del 21 agosto 1921, l'edificio fu adibito a Scuola Allievi Ufficiali di Complemento e Allievi Sottufficiali, cessando la sua attività nel 1934.

L'8 febbraio 1935 un telegramma di Mussolini al podestà di Milano comunicò la decisione di riaprire la Scuola Militare. Il Ministro della Guerra donò la statua di Giulio Cesare che tuttora presidia il cortile d'onore. L'attività della scuola riprese quindi il 21 ottobre 1935. Il corso iniziato nel 1935 fu intitolato alla memoria di Umberto Masotto, l'eroe di Adua. Sotto l'androne del cortile d'onore fu posta una lapide con i nomi di tutti i caduti dalla Terza Guerra d'Indipendenza alla Prima Guerra Mondiale. Dopo pochi anni se ne dovette aggiungere un'altra per accogliere i nomi degli ex allievi caduti nel secondo conflitto mondiale.

Nel 1937 ebbe inizio una tradizione durata per tutto il periodo di apertura della scuola: il 21 marzo, nel cortile della Rocchetta, al Castello Sforzesco di Milano, il podestà diede in consegna al Battaglione Allievi il primo tricolore militare italiano affinché venisse custodito per un giorno all'interno della "Teulié", in occasione della celebrazione delle Cinque Giornate. Il vessillo, più propriamente uno stendardo, era l'insegna della Compagnia Cacciatori a Cavallo e fu acquistato a Parigi dal Conte Borletti, il quale lo donò a Mussolini che, a sua volta, lo destinò al Museo del Risorgimento di Milano. La bandiera, anteriore di tre mesi al tricolore adottato dal Congresso Cispadano di Reggio Emilia, costituiva un ponte di continuità fra il fondatore e la rinnovata scuola.

Alla fine del 1942 la Scuola fu trasferita a Cremona per sottrarla ai bombardamenti alleati su Milano ma dopo l'8 settembre cessò di funzionare e i tedeschi avevano occupato i locali devastandoli

Passarono 53 anni, durante i quali l'edificio divenne la caserma dei militari in servizio presso il comando dello stato maggiore del III Corpo d'armata (due compagnie ed un plotone di minuto mantenimento).


La Caserma Teulié, negli anni dal 1950 al 1967, era occupata dal Terzo Reggimento Bersaglieri ''Milano'', poi trasferito alla Caserma Mameli di via Suzzani.

Nel 1995, l'allora Capo di Stato Maggiore dell'Esercito, Generale Bonifazio Incisa di Camerana, si impegnò per la riapertura della scuola con l'intenzione di ripristinare un ambiente scolastico degno di duecento anni di storia, capace di costituire un polo attrattivo per il nord-Italia.

Il 23 settembre 1996, sessantasei sedicenni, accolti da un gruppo di ex allievi settantenni, varcarono il portone della Scuola che fu riaperta come sede distaccata della Scuola Militare "Nunziatella", non potendo essere considerata autonoma fin quando non avesse attivato tutte le classi previste dal ciclo di studi.

Nel 1998, fu concessa la Bandiera d'Istituto e si sancì quindi la piena autonomia scolastica e militare chiamandosi "Seconda Scuola Militare dell'Esercito".

Il 27 giugno 2000 l'istituto assunse l'attuale denominazione "Scuola Militare Teulié", in seguito alle richieste del Colonnello Marco Grasso.

Il 23 marzo 2002, anniversario del primo giorno di Milano libera dopo le Cinque Giornate, il Comune di Milano conferì agli allievi della Scuola Militare la cittadinanza onoraria.

Nel 2009 la scuola è stata aperta alle donne e nel giugno 2012 sono state diplomate le 10 allieve[10].

Nell'ambito delle manifestazioni celebrative dell'Unità d'Italia nell'anno 2013 la scuola ha ricevuto una delle tre "campane del dovere" destinate alle più antiche scuole militari italiane (le altre due sono state consegante alla Nunziatella di Napoli e all'Accademia Militare di Modena, prodotte dalla Pontificia fonderia di campane Marinelli.

Per ogni circostanza l'allievo dispone di un'uniforme appropriata e di un corredo adatto, ma l'uniforme storica è quella che più lo distingue. Apparentemente è uguale per tutti: kepi, spadino, giubba blu con doppia bottoniera, giubbino bianco d'estate, pantaloni con banda rossa e mantella turchina. Ma esiste una semiologia anche per le uniformi. Ogni particolare, ogni colore, ogni numero ha un preciso significato da interpretare. Il numero due inscritto nella nappina del kepi indica l'appartenenza al 2º Battaglione Allievi (il 1° è quello di Napoli), i numeri 1, 2 o 3 sulle spalline identificano l'anno di frequenza, lo stemma sul petto riporta il nome del corso.

Gli allievi qualificati indossano i gradi d'argento come galloni sulle maniche: tre galloni con un giro di bitta per il Caposcelto di Battaglione, tre, due o un solo gallone rispettivamente per i capi scelti, gli scelti e gli istruttori. I capiclasse e i vicecapiclasse si fregiano rispettivamente di due e di una barretta d'argento.

L'allievo che per 120 giorni consecutivi non riporta né punizioni né insufficienze scolastiche o provvedimenti medico-sanitari è autorizzato a fregiarsi della "cifra di merito", un distintivo sulla manica costituito dal monogramma "RI" della Repubblica Italiana.

I cordoni che gli allievi esibiscono sul petto hanno anch'essi un preciso significato. Al Caposcelto di battaglione spetta un cordone con i colori nazionali, per i due allievi di scorta alla bandiera il cordone è color cremisi. La batteria tamburi, cui compete il compito di aprire lo sfilamento degli allievi e cadenzare il passo, è costituita da un mazziere (cordone argento e azzurro), trombe (cordone amaranto e oro), tamburini (cordone argento), tamburi imperiali (cordone oro e blu).

Lo scudo sannitico d'azzurro reca al centro un'aquila rostrata, armata d'oro e caricata in petto dallo scudo ellittico d'argento alla croce di rosso; alla base degli artigli una lista bifida di colore oro, riportante in caratteri maiuscoli neri il motto "ITERUM ALTE VOLAT". La corona turrita è di color oro.

Lo stemma attualmente in uso è stato adottato dopo la riapertura della scuola.

Il motto della Scuola, dal 1935 al 1943, è stato "Osare e durare", mentre l'attuale motto, dalla riapertura nel 1996, è "Iterum alte volat", che significa "Ancora vola in alto".

Sul muro dello scalone d'onore che porta alle aule è scritto "Ad vincendum studium", che significa "Impegno per vincere".

Sui muri del passaggio tra il Cortile Giulio Cesare e il Cortile Primo Tricolore è scritta una frase tratta dal Vangelo di Matteo (5,37) "Sit autem sermo vester: 'est, est', 'non, non'" in latino da un lato e "ἔστω δὲ ὁ λόγος ὑμῶν ναὶ ναί, οὒ οὔ·" in greco dall'altro, ovvero "Il tuo dire sia dunque sì, sì, oppure no, no!".

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