Agli inizi del Novecento al n. 33 di corso Buenos Aires apre il Luna Palace.
Si tratta di «una sorta di palazzo dei divertimenti, dove si pratica lo skattinaggio, si provano le vertigini per le montagne russe, si balla, si allestiscono esibizioni circensi, si organizzano incontro di boxe, si presentano spettacoli in un annesso teatrino, si pratica il tiro a segno e così via».
Nel 1920 (o ’21: le fonti sono discordanti) arriva il momento della seconda incarnazione con il nome di Politeama Milanese: la nuova gestione di Mauro Rota ristruttura totalmente l’edificio ricavando all’epoca un’immensa sala disadorna destinata a un pubblico popolare che vi accedeva per assistere agli spettacoli delle compagnie dialettali (tra le commedie meneghine ricordiamo ad esempio Ona volada de strasc di Giorgio Bolza). Le rappresentazioni avvenivano spesso davanti a platee tumultuose di 1800 persone e non mancavano neppure spettacoli equestri e incontri di boxe.
Il 30 ottobre 1930 la sala, ampiamente ristrutturata, cambia nome in teatro Puccini ed esordisce con La Bohème.Nel 1943 il teatro viene danneggiato dai bombardamenti, ma riapre prontamente già nel febbraio 1944 con la rivista Via delle sette note con Gorni Kramer e Irene D’Astrea; in questo periodo il Puccini offre ospitalità anche ai balletti della Scala, rimasti senza sede.
Dal 1946 il locale (circa 1200 posti) affianca al teatro di rivista (Wanda Osiris, Macario, Rascel) regolari proiezioni cinematografiche, collocandosi tra le sale di prima visione; dal 1955 viene invece declassato tra le seconde visioni.
L’avanspettacolo continua ad accompagnare l’attività cinematografica fino alla prima metà del 1969. In seguito il Puccini diviene una normale sala cinematografica che, occasionalmente, sospende le proiezioni filmiche per ospitare spettacoli teatrali.
Nel marzo 1971 il cinema cambia genere per dedicarsi agli spogliarelli vietati ai minori, per poi tornare nuovamente alla programmazione cinematografica.
Il Puccini, già situatosi tra le seconde visioni, torna nel circuito delle prime visioni a partire dalla seconda metà del 1972 e sostanzialmente vi rimane fino alla chiusura avvenuta nel 1986.
Negli anni ottanta tuttavia l’attività del locale è disordinata: all’inizio del decennio rientra temporaneamente nel novero delle seconde visioni, poi riprende il suo posto tra le prime; inoltre chiude per un lungo periodo tra la fne del 1984 e l’inizio del 1985.
Di tanto in tanto il Puccini – quando era sala di seconda visione - ospita film minori, in prima visione.
Il cinema chiude il 18 marzo 1986.
Lo storico teatro viene acquistato dal comune nel marzo 1989 che intende ristrutturarlo per farne un importante polo della vita teatrale cittadina. Il costoso intervento parte però solo dieci anni dopo.
Nel marzo 2010, dopo lunghi lavori di ristrutturazione, il Puccini riapre, ritornando alle sue origini teatrali, come nuova sede del Teatro dell’Elfo (fino ad oggi ospite nel locale dell’ex X Cine in via Ciro Menotti; vedi): nei suoi spazi sono state ricavate tre sale.
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