lunedì 3 gennaio 2022

CASCINA BRUSADA

 

Nella carta del Claricio risulta già presente col nome di “La Bruciata”. Nel Catasto Teresiano risulta di proprietà della famiglia Stampa.
Prima della seconda guerra mondiale la cascina era ancora isolata in mezzo ai campi pur avendo vicino l’ippodromo, tantè che nelle stalle non c’erano più bovini, ma cavalli da corsa. Cascina molto grande, era formata da due cortili, la corte più piccola era chiusa da un lato dalla casa padronale, da un altro lato dalla scuderia dei cavalli e dagli altri lati da portici adibiti a fienili e a deposito di attrezzi. La corte più grande era chiusa da altre stalle, dalle case dei contadini e da un muricciolo, le due corti erano collegate tra loro da un passaggio ricavato tra due fabbricati.

Dal 1875 la cascina fu sede anche di una famosa osteria: “l’Osteria de la Brusada”.
Si dice che a questa osteria sostasse Napoleone durante la campagna d’Italia e qui trovasse cibo e ristoro dopo una giornata di battaglia.
Durante la guerra la Cascina Bruciata fu gravemente danneggiata da un bombardamento. Negli anni ’60 fu quasi del tutto demolita per far posto al quartiere residenziale di San Siro, rimase in piedi solo il troncone della villa padronale settecentesca, che non poteva essere demolita perché vincolato dalla Sopraintendenza ai Monumenti.
La villa ha un’architettura interessante che andrebbe valorizzata e non lasciata a deperire in balia alle intemperie e ai vandali che hanno tentato anche di rovinare quel poco che è rimasto. Un suo recupero è auspicabile se non altro in rispetto del suo passato, con buona pace di quelli che vorrebbero abbatterla per costruirci sopra un bel palazzo signorile.


Pregevole esempio di casa signorile di campagna. Oggi rimangono i resti del corpo padronale, di una cascina molto grande: era formata da due cortili, la corte più piccola era chiusa da un lato dalla casa padronale, da un altro lato dalla scuderia dei cavalli e dagli altri lati da portici adibiti a fienili e a deposito di attrezzi. La corte più grande era chiusa da altre stalle, dalle case dei contadini e da un muricciolo, le due corti erano collegate tra loro da un passaggio ricavato tra due fabbricati. Presentava nelle facciate un porticato architravato con colonne di ordine tuscanico in granito, e caratteristiche mostre sagomate alle finestre. Nell'interno si aprivano ampi locali con coperture a cassettoni lignei decorati e con camini in marmo colorato, un'elegante scala arricchita da stucchi ed una piccola cappella, dalle pregevoli forme architettoniche settecentesche.

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