giovedì 9 dicembre 2021

QUARTIERE VIRIDIANA

Il contesto proprio non si poteva definire signorile. Alla fine degli anni Sessanta su via Forze Armate erano già sorti diversi quartieri popolari, e Baggio stava assumendo l’aspetto di un grande quartiere periferico e d’immigrazione. Certo, dietro al lotto l’orizzonte si apriva ancora sulla campagna, c’erano i fontanili e le cave di sabbia dei Cabassi, ma anche quelli erano posti poco raccomandabili.

 I soci dell’Immobiliare Ponti hanno chiesto a Luigi Caccia Dominioni e Vico Magistretti di progettare, proprio lì, un complesso residenziale destinato alla classe media. E chiedevano un progetto innovativo: niente edifici a stecca, niente lunghi corridoi negli alloggi, più qualità rispetto all’edilizia media di quegli anni. Forse i committenti erano stati incuriositi dal fatto che i due progettisti stessero già lavorando insieme a un quartiere piuttosto singolare per l’epoca, il Milano San Felice nel comune di Segrate. Ed è proprio in relazione al disegno di quest’ultimo – quasi fosse un fratello maggiore – che possiamo leggere lo schema proposto per il supercondominio di via Forze Armate.

In primo luogo le tipologie edilizie. Gli architetti dispongono diciannove torri residenziali di otto piani e alcune villette attorno a un grande parco centrale. Pur derivando da soli due impianti di base – a tre e a quattro «lobi», rispettivamente con tre e quattro appartamenti per piano – gli edifici a torre vengono ruotati, lavorati nelle facciate con logge e terrazze, producendo un paesaggio architettonico di grande varietà, che corrisponde a un’articolata gamma di variazioni tipologiche interne, ulteriormente arricchita dalle soluzioni abitative indipendenti offerte dalle ville.

Poi le autorimesse. I box privati stanno sotto gli edifici, e si raggiungono direttamente con gli ascensori condominiali. Le strade carrabili per raggiungerli vengono anch’esse interrate, e consentono di realizzare un giardino pensile sulla loro copertura. Nel giardino – che diventa il tema centrale dell’intervento – tra gli alberi di alto fusto sono collocate alcune dotazioni esclusive per i residenti come una piscina, spazi sportivi e per il gioco dei bambini.

Infine il recinto, che racchiude tutto il supercondominio. Su via delle Forze Armate si affaccia l’unico accesso, sorvegliato giorno e notte da una portineria circolare, e una galleria commerciale porticata e aperta sulla strada.

Costruito tra la fine degli anni Sessanta e i primi Settanta, l’intervento incontra immediatamente un grande successo di vendite. La clientela, costituita prevalentemente da coppie giovani in cerca della loro prima casa, è conquistata dalla tipologia non tradizionale degli alloggi, ma anche da una serie di soluzioni tecniche, di materiali e di finiture – i serramenti in Douglas da 55 mm, i pavimenti in marmi pregiati, l’acqua calda centralizzata, l’antenna tv per tutti i canali – ripetuti nelle pagine pubblicitarie sui quotidiani, che contribuiscono a comunicare una certa idea di comfort domestico e di distinzione sociale. Più in generale risulta attraente un formato residenziale – il complesso autosufficiente di grande dimensione, destinato a una clientela abbiente e omogenea, con una generosa dotazione di servizi esclusivi e di verde in cui i bambini possono giocare in sicurezza – che si imporrà di lì a poco nei gusti della borghesia media e medio-alta di tutta l’area milanese.


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