A fine ‘800 il Comune rilevò Villa Hanau a Dergano e vi realizzò un nuovo ospedale, diviso in sei padiglioni, distinti per malattia. Gli spostamenti interni avvenivano attraverso una decauville, una ferrovia a scartamento ridotto. Noto come il Derganino, l’ospedale ospitò ammalati di vaiolo, di tubercolosi, colera e meningite. Negli anni ’50 fu accolto chi aveva contratto la Singapore, o l’asiatica, mentre gli ultimi ricoveri di malati infettivi risalgono agli anni ‘70.
L'ex giardino dell'ospedale ha aspetti di pregio per la flora, la fauna e gli edifici confinanti. Dai tre ingressi partono viali alberati che si diramano in vialetti secondari, dove si incontrano i vecchi padiglioni ora divenuti ambulatori e presidi di pubblica utilità. Ci sono alberi ombrosi quali due maestosi bagolari, e poi i cedri, gli aceri, le querce, i liquidambar, magnolie e paulonie.
La parte nord è interessante sia sotto l’aspetto faunistico che architettonico: offre rifugio a rondini, codirossi, civette e cinciallegre e vi è l'ottocentesca villa Hanau, prima proprietà di industriali di Mantova, poi sede degli uffici dell'Ospedale e ora del Consiglio di zona.
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