In quella centralissima zona cittadina occupata oggi dal palazzo della Borsa valori(palazzo Mezzanotte, il cui cantiere venne aperto nel 1929) e dall'antistante piazza degli Affari, sorgeva un tempo un quartierino imperniato su alcune antiche chiese.
Sono tanti i luoghi d’intesse storico e artistico dove il visitatore può perdersi fra quadri, statue e opere d’arte di valore inestimabile. Tanti angoli e luoghi dimenticati senza particolare valore artistico, ma in grado di regalare la strana sensazione di essere tornato indietro nel tempo, dove le lancette dell’orologio hanno smesso di girare e sotto la patina di oblio che li ammanta, è possibile coglierne tracce.
venerdì 31 dicembre 2021
LA MERIDIANA DI SAN VITTORE A TEATRO
Una era quella dedicata a san Vittore, detta "al Teatro" in quanto costruita a ridosso dell'antico teatro di epoca romana (le cui fondamenta sono oggi visibili nelle cantine del palazzo Mezzanotte). La chiesa era detta anche "dei falegnami" o dei "legnamarii" (in milanese, dei "legnamee"), vista la numerosa presenza di questa categoria di artigiani.
Ciò permetteva di distinguerla dall'altra chiesa di san Vittore, detta al Corpo (nell'omonima via, tra il carcere e sant'Ambrogio).
Stando alle affermazioni del Torre e del Latuada, si credeva che questa chiesa fosse stata fondata dall’arcivescovo san Galdino in onore del martire Vittore. Nel 1388 risulta nominata come parrocchiale e, nelle antiche carte, come chiesa stazionale da visitare durante le litanie. Subì alcuni importanti interventi di rifacimento in stile barocco nel 1624 ad opera del Richini.
La parrocchia fu soppressa nel 1787 e unita alla parrocchia di Santa Maria Segreta.
Infine, l'edificio fu demolito senza rimpianti nel 1911.
Una curiosità molto conosciuta ed apprezzata nel quartiere era la grandiosa meridiana dipinta ed installata sul lato meridionale della chiesa (quindi verso l'attuale piazza Affari). Benché così chiamata dagli abitanti del quartiere, tecnicamente era un orologio solare.
Era il punto di riferimento per gli abitanti della parrocchia, e molti si facevano fotografare (quando la fotografia iniziò a prendere piede) proprio nei pressi dell'utile strumento di misurazione del tempo.
Si fregiava del motto Urbis horam doctior linea monstrat (cioè: La linea più precisa segna l'ora della città).
Presentava inoltre numero iscrizioni per i calcoli legati alle stagioni e ai movimenti del sole.
Purtroppo non sopravvisse alle demolizioni iniziate a danno della chiesa, e già all'epoca della prima guerra mondiale la meridiana era solo un romantico ricordo, immortalato in tante fotografie.
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