Ci troviamo nella parte più antica di Milano, quando la città romana eresse la prima cinta di mura difensive nel primo secolo dopo Cristo.
via del Lauro, fa pensare subito alla pianta, probabilmente, secondo un’ipotesi, presente nella via in antichità di un albero del genere laurus nobilis, pianta delle zone mediterranee, di media altezza tre-6 m, con foglie lanceolate, coriacee e aromatiche, coltivata a scopo ornamentale e che non va confusa con gli arbusti dello stesso nome le cui foglie si adoperano come aromatizzanti in cucina.
Ma secondo altri ricercatori il toponimo non è che una corruzione di Sant’Ilario: piccola chiesa e oratorio fondati nel 1056 da Anselmo da Baggio, che fu poi Alessandro II Papa, e soppressi nel 1786. Opinione verosimile, essendo molto diffusa l’abitudine dell’antica città ambrosiana di identificare strade e stradine dalla presenza di chiese e conventi.
Esiste però una terza e forse più fondata ipotesi, confermata in epoche recenti grazie al ritrovamento di resti romani nel sottosuolo. Dove la via piega leggermente a destra, all’altezza del civico 7, e dove si trovava all’incirca l’antica chiesa di Sant’Ilario, durante degli scavi per un garage effettuati nel 1963, vennero ritrovati diversi resti di epoca romana, un tratto di mura repubblicane, la base di una torre e soprattutto un’aula rettangolare con abside interna, appartenente a un edificio del I secolo con muri perimetrali in ciottoli e corsi di mattoni, dell’età Giulio Claudia dove sembra che avesse luogo il culto dell’imperatore e perciò chiamato domus Lauri; da cui sarebbe quindi venuto il nome della via. Assieme ai resti di muri furono rinvenuti anche molti frammenti decorativi di un frontone, un capitello e due statue togate.
Essendo questa una zona all’interno del più antico nucleo urbano, risalente all’epoca romana, come dicevamo poco sopra, ecco che sotto questi palazzi dall’aspetto ottocentesco sono stati ritrovate vestigia di epoca romana non indifferenti nel corso del tempo.
Il più importante tra questi si trova al numero 7, sede dal 1846 della compagnia di assicurazioni Milano (la più antica d’Italia, essendo stata fondata nel 1825, in via filodrammatici).
Guardando in alto in cerca di curiosità, è la presenza di uno strano segnale, una vecchia lampada collocata sulla parete del civico 14 e che per lungo tempo è rimasta un mistero.
Tra i palazzi della via, rimasta pressappoco integra o abbastanza rispettata, spicca l’elegante facciata del Palazzo Silva di Biandrate, via del Lauro 9.
Al civico 2 troviamola targa con l’effige in bronzo in memoria di Riccardo Luzzatto, uno dei Mille. Fu volontario garibaldino fin dai 18 anni: sua madre venne da Udine a Quarto per scongiurarlo di non partire con la spedizione dei Mille, ma non riuscì a dissuaderlo. Fu poi avvocato e uomo politico di idee repubblicane e radicali. Dal 1892 al 1913 fu deputato al Parlamento. Nel 1915 fu acceso interventista e nel 1919 partecipò alla riunione di piazza S.Sepolcro a Milano, dove nacquero i Fasci di Combattimento.
La casa al numero 3 si fregia ancora del vecchio numero austriaco -1803- e nasconde dietro al portale un cortile a rizzata in cui si fronteggiano due portici. Sopra una balaustra emerge un frontone di una mossa facciata barocca. A quest’altezza sorgeva, sino alla fine del ‘700 quella chiesetta di Sant’Ilario, che fondata sette secoli prima da Anselmo da Baggio, avrebbe, secondo alcuni, dato il nome alla via. Sulla facciata della medesima casa, il numero tre, è stata murata una lapide che raccorda il conte Stefano Jacini che vi abito. Economista e uomo politico, fu a lungo Ministro dei Lavori Pubblici; il suo nome è soprattutto legato alla Inchiesta Agraria che il Parlamento gli commissionò nel 1877.
Sotto l’androne della casa la numero 4 si conserva, racchiusa in una piccola nicchia, un’elegante Madonna scolpita nel marmo.
Nessun commento:
Posta un commento