sabato 6 novembre 2021

CASCINA BOSCAIOLA

La Cascina Boscaiola è una cascina situata a Milano, tra viale Jenner e via Edoardo Porro. Si tratta di un complesso storico costruito principalmente nel XV secolo come tenuta di caccia della Signoria di Milano, prima i Visconti e poi gli Sforza.

Questa cascina è oggi conosciuta come "Cascina Boscaiola", "Cascina della Boscaiola", o anche "Cascina Boscarola". Ha come indirizzo via Edoardo Porro 14 e via Edoardo Porro 8 cortile interno. L'edificio, di origine quattrocentesca, sembra essere stato casino di caccia o residenza di campagna della Signoria di Milano (prima i Visconti e poi gli Sforza). È stata restaurata in più riprese, e sulle facciate già restaurate si intravedono frammenti di affreschi ed elementi architettonici (finestre ogivali) che confermano la sua origine signorile. Attualmente è un'abitazione privata.

La struttura architettonica di alcune porzioni e alcuni elementi in facciata tradiscono un primo blocco costruttivo trecentesco.

Mappa della Cascina Boscajola del Catasto di Carolo VI

Nel XIV secolo viene edificata una dimora gentilizia, di carattere monumentale, parte probabilmente di un complesso maggiore e munito anche di una cappella. Si tratta di una di quelle residenze di campagna, destinate agli intrattenimenti legati alla caccia, poiché situata in una zona boscosa, come il toponimo "Boscaiola", farebbe intuire. Probabilmente si tratta di numerose cascine; nel settecento se ne contavano ancora 5 di cui tutt'ora è rimasto solo una. L'impostazione architettonica, la disposizione interna dei locali e i caratteri decorativi farebbe pensare ad un'opera di maestranze presenti nei cantieri di committenza Viscontea e poi sforzesca. Il collegamento con la città era garantito da una strada che da S. Maria alla Fontana si spingeva fino al Derganino, attraverso la strada che si apriva tra la fitta vegetazione e che ancora oggi porta il nome "della Boscaiola".

Da uno studio condotto nella seconda metà del 2018 dalla soprintendenza del Castello Sforzesco, guidato da Claudio Salsi, è risultato che due affreschi presenti e ripetuti a scacchiera sul muro esterno della facciata indicano che la storia della Cascina è legata alla famiglia degli Aicardi, molto vicino ai Sforza; Si tratta di "un alveare e un giglio inseriti in riquadri che simulano delle nicchie a trompe l’oeil", che mostrano un "favo posato su un tavolo e circondato da frasche per difenderlo dai predatori, accompagnato dal motto “Per meo merito”", che è stato ritrovato nel Codice Trivulziano e in un stemmario redatto nel 1673 da Marco Cremosano, ed inoltre in due lettere ritrovate nell'archivio storico museale. l significato di tale rarissima decorazione sarebbe dunque una forma di propaganda sui legami fra gli Aicardi e gli Sforza.

Nel XV secolo viene innalzato un corpo più alto e massiccio (ad anglo con l'attuale via Eduardo Porro), caratterizzato da grandi finestre a tutto sesto con elaborate cornici in cotto, quasi una torre da maniero.

Sulle mappe catastali di Carlo VI risulta che questo edificio faceva parte di un complesso di cascine, chiamate "della Boscaiola", e comprese nel territorio milanese detto "Dei Corpi Santi" di Porta Comasina (1718 -1749; Catasto di Carlo VI). Il nome completo di questo edificio era "Cascina della Boscajola Prima", "Cascina Boscajola Morona", o "Cascina della Boscajola Morona" (denominazione derivata del fatto che l'edificio era circondata da coltivazioni di moroni, i gelsi).

Nel XVI secolo viene demolita la cappella. Il sito sopravvissuto con una trasformazione in cascina a supporto delle attività agricole della zona, fu nel corso dei secoli parecchio rimaneggiato, con aggiunte e rimaneggiamenti sia interni che esterni, condotti a più riprese. Soprattutto la parte retrostante della corte, a carattere prettamente rustico, è frutto di questi interventi, tanto da snaturare e, in alcuni casi, sostituire le più nobili strutture. È il caso, come testimonia il Nebbia nel suo testo "Milano che sfugge", della cappella gentilizia con affreschi, che fu sostituita da una costruzione di carattere agricolo (fienile).

L'intero complesso, a carattere agricolo, è stato rimaneggiato a più riprese, nel corso del XX secolo, anche in funzione delle mutate esigenze produttive.

Dagli anni settanta del Secolo XX la Cascina è stata soggetta di restauro. Tali interventi di restauro sono stati effettuati in quattro periodi, il primo e secondo, che hanno riguardato i corpi laterali a est e ovest sono stati compiuti all'inizio degli anni settanta dall'architetto V. Lattuada; il terzo nella parte centrale è stato completato nel 2001 dall'architetto G. Fieramonti, mentre l'ultimo intervento, sempre nella parte centrale, è stato completato tra il 2006 e il 2007 dall'architetto P. Femia.

Nel corso del secondo dopoguerra la zona è stata interessata, come d'altronde tutta la fascia a ridosso del rilevato ferroviario a nord (scalo Farini), da un forte incremento del tessuto produttivo di tipo artigianale e industriale, con un'alta presenza di capannoni prefabbricati. Uno di questi, occupato dal dopolavoro della fabbrica di liquori Branca, nelle vicinanze, oscurava la facciata del fronte principale su viale Jenner. Da qualche anno (2007-2010), grazie ad una bonifica urbanistica del quartiere, derivata dalla crisi economica e dagli elevati costi di produzione in città, il manufatto è stato rimosso, sostituendolo con un giardinetto pubblico che ha restituito la quinta scenografica ad una più ampia prospettiva.

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