Ambrogio, ex governatore delle provincie del nord Italia, fu acclamato vescovo di Milano il 7 dicembre 374 e rappresenta la figura ideale del vescovo, pastore, liturgo e mistagogo.
Ambrogio, di famiglia romana cristiana, governatore delle provincie del nord Italia, fu acclamato vescovo di Milano il 7 dicembre 374. Rappresenta la figura ideale del vescovo, pastore, liturgo, e mistagogo.
Aurelio Ambrogio (Aurelius Ambrosius), meglio conosciuto come sant’Ambrogio (Treviri, 339-340? – Milano, 4 aprile 397) è stato un funzionario, vescovo, teologo e santo romano, una delle personalità più importanti nella Chiesa del IV secolo.
È venerato come santo da tutte le Chiese cristiane che prevedono il culto dei santi; in particolare, la Chiesa cattolica lo annovera tra i quattro massimi dottori della Chiesa d’Occidente, insieme a san Girolamo, sant’Agostino e san Gregorio I papa.Conosciuto anche come Ambrogio di Treviri, per il luogo di nascita, o più comunemente come Ambrogio di Milano, la città di cui assieme a san Carlo Borromeo e san Galdino è patrono e della quale fu vescovo dal 374 fino alla morte, nella quale è presente la basilica a lui dedicata che ne conserva le spoglie.Aurelio Ambrogio nacque a Treviri (Gallia) nel anno 339, il padre era un prefetto del pretorio delle Gallie.
Il padre morì prematuramente e il giovane Ambrogio fu avviato alla carriera amministrativa, frequentando le migliori scuole di Roma e in seguito partecipò poi alla vita pubblica della città.
Dopo aver rivestito la professione di avvocato, nel 370 fu nominato governatore dell’Italia Annonaria per la provincia romana Aemilia et Liguria, si insediò a Milano, dove divenne una figura di rilievo nella corte dell’imperatore Valentiniano I.
Presto divenne conosciuto come funzionario con grande capacità di mediatore, risolvendo spesso gli aspri contrasti tra ariani e cattolici.
Con la morte del vescovo ariano Aussenzio di Milano nel 374,il fragile rapporto tra le due fazioni sembrò incrinarsi. Si racconta che Ambrogio, preoccupato di sedare il popolo in rivolta per la designazione del nuovo vescovo, si recò in chiesa, dove all’improvviso si sarebbe sentita la voce di un bambino urlare «Ambrogio vescovo!», a cui si unì quella unanime della folla radunata nella chiesa.
I milanesi volevano un cattolico come nuovo vescovo. Ambrogio però rifiutò decisamente l’incarico, sentendosi impreparato: come era in uso presso alcune famiglie cristiane all’epoca, egli non aveva ancora ricevuto il battesimo, né aveva affrontato studi di teologia.
Secondo quanto scrisse lo storico Paolino, Ambrogio cercò in tutti modi di respingere la nomina a vescovo, alla fine dovette cedere sotto le pressioni dell’Imperatore Flaiano, alla fine si fece battezzare e il 7 dicembre 374, venne ordinato vescovo.
Divenuto vescovo, Ambrogio diede i suoi beni ai poveri e decise di assumere uno stile di vita ascetico.
Generoso e caritatevole, fu sempre disponibile a prodigarsi per il bene dei suoi concittadini. In un episodio, Sant’Ambrogio non esitò a spezzare i Vasi Sacri e ad usare il ricavo dalla vendita per il riscatto di prigionieri. Gli ariani furono subito pronti a criticare questo suo gesto ed egli rispose che «è molto meglio per il Signore salvare delle anime che dell’oro. Egli infatti mandò gli apostoli senza oro e senza oro fondò le Chiese. […] I sacramenti non richiedono oro, né acquisisce valore per via dell’oro ciò che non si compra con l’oro» (De officiis, II, 28, 136-138).
Nel 386 grazie alla sua alla sua eloquenza, portò alla conversione al cristianesimo Sant’Agostino, di fede manichea, venuto a Milano per insegnare retorica.
Sotto Sant’Ambrogio furono costruite diverse basiliche, ne furono edificate ai quattro lati della città, corrispondenti alle odierne basiliche di San Nazaro, di San Simpliciano, di San Dionigi e di Sant’Ambrogio (originariamente chiamata Basilica Martyrum perché vi erano custoditi i corpi dei martiri San Gervasio e San Protasio).
Si oppose con grande energia alla dottrina ariana, che a Milano stava avendo un grande seguito nel popolo e alla corte imperiale,
dove Ambrogio ebbe diversi contrasti con l’Imperatrice Giustina di fede ariana.
Alla morte dell’Imperatore Graziano nel 385, gli ariani chiesero all’imperatrice l’utilizzo di una basilica per praticare il loro culto, ma Ambrogio si oppose con decisione, tanto che insieme ad altri fedeli cattolici, occuparono la basilica dedicata.
Si dice che per tenere i fedeli svegli durante l’occupazione, Ambrogio introdusse l’usanza del canto antifonale e della preghiera cantata in forma di inno.
Ambrogio fu autore di diversi inni per la preghiera, compiendo fondamentali riforme nel culto e nel canto sacro, che per primo introdusse nella liturgia cristiana, e ancor oggi a Milano vi è una scuola che tramanda nei millenni questo antico canto.
In seguito il ritrovamento del corpo dei martiri santi Gervasio e Protaso, si dice da parte di Ambrogio stesso, diede grande contributo alla causa dei cattolici nei confronti degli ariani, guadagnandosi in questo modo il consenso di gran parte dei fedeli della città. Dovette anche affrontare, quello che all’epoca era il paganesimo tradizionale romano, che lo portò a scontrarsi con il senatore Quinto Aurelio Simmaco che chiedeva il ripristino dell’altare e della statua della dea Vittoria rimossi dalla Curia romana, sede del Senato, in seguito a un editto di Graziano nel 382.
È venerato come santo da tutte le Chiese cristiane che prevedono il culto dei santi; in particolare, la Chiesa cattolica lo annovera tra i quattro massimi dottori della Chiesa d’Occidente, insieme a san Girolamo, sant’Agostino e san Gregorio I papa.Conosciuto anche come Ambrogio di Treviri, per il luogo di nascita, o più comunemente come Ambrogio di Milano, la città di cui assieme a san Carlo Borromeo e san Galdino è patrono e della quale fu vescovo dal 374 fino alla morte, nella quale è presente la basilica a lui dedicata che ne conserva le spoglie.Aurelio Ambrogio nacque a Treviri (Gallia) nel anno 339, il padre era un prefetto del pretorio delle Gallie.
Il padre morì prematuramente e il giovane Ambrogio fu avviato alla carriera amministrativa, frequentando le migliori scuole di Roma e in seguito partecipò poi alla vita pubblica della città.
Dopo aver rivestito la professione di avvocato, nel 370 fu nominato governatore dell’Italia Annonaria per la provincia romana Aemilia et Liguria, si insediò a Milano, dove divenne una figura di rilievo nella corte dell’imperatore Valentiniano I.
Presto divenne conosciuto come funzionario con grande capacità di mediatore, risolvendo spesso gli aspri contrasti tra ariani e cattolici.
Con la morte del vescovo ariano Aussenzio di Milano nel 374,il fragile rapporto tra le due fazioni sembrò incrinarsi. Si racconta che Ambrogio, preoccupato di sedare il popolo in rivolta per la designazione del nuovo vescovo, si recò in chiesa, dove all’improvviso si sarebbe sentita la voce di un bambino urlare «Ambrogio vescovo!», a cui si unì quella unanime della folla radunata nella chiesa.
I milanesi volevano un cattolico come nuovo vescovo. Ambrogio però rifiutò decisamente l’incarico, sentendosi impreparato: come era in uso presso alcune famiglie cristiane all’epoca, egli non aveva ancora ricevuto il battesimo, né aveva affrontato studi di teologia.
Secondo quanto scrisse lo storico Paolino, Ambrogio cercò in tutti modi di respingere la nomina a vescovo, alla fine dovette cedere sotto le pressioni dell’Imperatore Flaiano, alla fine si fece battezzare e il 7 dicembre 374, venne ordinato vescovo.
Divenuto vescovo, Ambrogio diede i suoi beni ai poveri e decise di assumere uno stile di vita ascetico.
Generoso e caritatevole, fu sempre disponibile a prodigarsi per il bene dei suoi concittadini. In un episodio, Sant’Ambrogio non esitò a spezzare i Vasi Sacri e ad usare il ricavo dalla vendita per il riscatto di prigionieri. Gli ariani furono subito pronti a criticare questo suo gesto ed egli rispose che «è molto meglio per il Signore salvare delle anime che dell’oro. Egli infatti mandò gli apostoli senza oro e senza oro fondò le Chiese. […] I sacramenti non richiedono oro, né acquisisce valore per via dell’oro ciò che non si compra con l’oro» (De officiis, II, 28, 136-138).
Nel 386 grazie alla sua alla sua eloquenza, portò alla conversione al cristianesimo Sant’Agostino, di fede manichea, venuto a Milano per insegnare retorica.
Sotto Sant’Ambrogio furono costruite diverse basiliche, ne furono edificate ai quattro lati della città, corrispondenti alle odierne basiliche di San Nazaro, di San Simpliciano, di San Dionigi e di Sant’Ambrogio (originariamente chiamata Basilica Martyrum perché vi erano custoditi i corpi dei martiri San Gervasio e San Protasio).
Si oppose con grande energia alla dottrina ariana, che a Milano stava avendo un grande seguito nel popolo e alla corte imperiale,
dove Ambrogio ebbe diversi contrasti con l’Imperatrice Giustina di fede ariana.
Alla morte dell’Imperatore Graziano nel 385, gli ariani chiesero all’imperatrice l’utilizzo di una basilica per praticare il loro culto, ma Ambrogio si oppose con decisione, tanto che insieme ad altri fedeli cattolici, occuparono la basilica dedicata.
Si dice che per tenere i fedeli svegli durante l’occupazione, Ambrogio introdusse l’usanza del canto antifonale e della preghiera cantata in forma di inno.
Ambrogio fu autore di diversi inni per la preghiera, compiendo fondamentali riforme nel culto e nel canto sacro, che per primo introdusse nella liturgia cristiana, e ancor oggi a Milano vi è una scuola che tramanda nei millenni questo antico canto.
In seguito il ritrovamento del corpo dei martiri santi Gervasio e Protaso, si dice da parte di Ambrogio stesso, diede grande contributo alla causa dei cattolici nei confronti degli ariani, guadagnandosi in questo modo il consenso di gran parte dei fedeli della città. Dovette anche affrontare, quello che all’epoca era il paganesimo tradizionale romano, che lo portò a scontrarsi con il senatore Quinto Aurelio Simmaco che chiedeva il ripristino dell’altare e della statua della dea Vittoria rimossi dalla Curia romana, sede del Senato, in seguito a un editto di Graziano nel 382.
Nel 390 Ambrogio criticò duramente l’imperatore Teodosio I, che aveva ordinato un massacro tra la popolazione di Tessalonica, rea di aver linciato il capo del presidio romano della città.
Chiese per questo all’Imperatore che si era professato cristiano, una penitenza per espiare pubblicamente, altrimenti avrebbe celebrato i sacri riti in sua presenza. Alla fine Teodosio ammise pubblicamente il suo peccato e nella notte Natale di quell’anno, venne riammesso ai sacramenti.
Chiese per questo all’Imperatore che si era professato cristiano, una penitenza per espiare pubblicamente, altrimenti avrebbe celebrato i sacri riti in sua presenza. Alla fine Teodosio ammise pubblicamente il suo peccato e nella notte Natale di quell’anno, venne riammesso ai sacramenti.
Nel 393 Milano fu teatro della lotta per il potere tra l’imperatore Teodosio I e l’usurpatore Flavio Eugenio, che n netto contrasto appoggiava il paganesimo.
In aprile Eugenio si preparò a conquistare la città, in quanto capitale d’Occidente, costringendo Ambrogio a fuggire riparandosi a Bologna. Si recò poi a Firenze su invito della comunità di Firenze, ove rimase per circa un anno.
Nel settembre 394 Teodosio sconfisse, nella Battaglia del Frigido e Ambrogio potè fare ritorno a Milano, dove morì tre anni dopo, 4 aprile 397.
In aprile Eugenio si preparò a conquistare la città, in quanto capitale d’Occidente, costringendo Ambrogio a fuggire riparandosi a Bologna. Si recò poi a Firenze su invito della comunità di Firenze, ove rimase per circa un anno.
Nel settembre 394 Teodosio sconfisse, nella Battaglia del Frigido e Ambrogio potè fare ritorno a Milano, dove morì tre anni dopo, 4 aprile 397.
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