Il Genio Civile presentò, nel 1907, un progetto che prevedeva un porto a Rogoredo, a sud di Porta Romana, punto naturale di convergenza delle acque che colano dalla città; il progetto fu approvato nel 1917, l'anno dopo si costituì l'azienda portuale e in quello successivo cominciarono i lavori con lo scavo del bacino portuale e dei canali verso Cremona per 20 chilometri circa.
Nel 1922 i lavori furono sospesi perché l'acqua di falda aveva riempito naturalmente lo scavo e i pescatori se ne erano appropriati.
Dal 1925 al 1928 l'area venne anche sfruttata come cava per la ghiaia da utilizzare per la costruzione del nuovo quartiere popolare Regina Elena che stava sorgendo in piazza Gabrio Rosa sotto la direzione dell'architetto Giovanni Broglio.
Il progetto venne ripreso nel 1941: finita la seconda guerra mondiale fu integralmente ricompreso nel piano regolatore del 1953, ma i lavori non iniziarono mai.
Negli anni che precedettero l'istituzione della Regione Lombardia nel 1970, il collegamento idroviario via Po con l'Adriatico venne riaffermato nei documenti programmatici come scelta strategica per lo sviluppo dell'economia lombarda e nel 1972 iniziarono i lavori con lo scavo di un canale da Cremona all'Adda. I lavori di scavo del canale vennero abbandonati dopo aver superato Cremona e aver raggiunto Pizzighettone, a 16 chilometri circa dal Po (in totale, il canale, se completato, avrebbe misurato 65 chilometri).
Nel 2009 è stato presentato per l'area un progetto che prevede la realizzazione nel quartiere milanese di Porto di Mare, su una superficie di 1.200.000 metri quadrati, l'edificazione della "cittadella giudiziaria" per razionalizzare servizi e uffici ora disseminati per la città. Slittato di un anno, il progetto, con l'avallo del ministero della giustizia, è stato poi ripresentato nel 2010 ma poi accantonato.
Il progetto del canale Milano-Cremona-Po non è stato abbandonato dalla regione Lombardia: periodicamente ci sono proposte per riprendere i lavori e completare l'opera.
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