A Gorla le acque originavano quasi tutte dal Naviglio Martesana. Da un elenco dettagliato delle bocche: in sponda sinistra, a circa 78 metri dal Ponte di Crescenzago, le Bocche Giulina e Dardanona (in carico a Luigi Perego). Queste due bocche si riunivano subito a valle delle prese e costituivano la Roggia Dardanona, che per un lungo tratto percorreva la Via Padova. Dopo circa 438 metri, vi era il Bocchello delle Monache della Vecchiabbia (poi detta Vettabbia), in carico a Antonio Meli. Le monache avevano un Monastero in Corte Regina, con terreni irrigati dalla roggia. A 464,21 metri la Bocca Visconti presso la Cascina Piccapietra, in carico alla Congregazione di Carità (un guado di 3 metri serviva la lavanderia della Fabbriceria della Chiesa Parrocchiale, proprietaria per altri 396,5 metri del tratto di canale). A metri 64,70 la tombinatura sotto il naviglio della Roggia Scagna (in carico al Dal Verme); alla distanza di 549 metri, la Bocca Taverna, per 10 once magistrali continue di acqua (in carico al Taverna); a 379 metri dalla Bocca Taverna fino al guado davanti all’Osteria di Gorla, l’alzaia era curata dal proprietario dell’Osteria, Cappelletti Alessandro.
Sono tanti i luoghi d’intesse storico e artistico dove il visitatore può perdersi fra quadri, statue e opere d’arte di valore inestimabile. Tanti angoli e luoghi dimenticati senza particolare valore artistico, ma in grado di regalare la strana sensazione di essere tornato indietro nel tempo, dove le lancette dell’orologio hanno smesso di girare e sotto la patina di oblio che li ammanta, è possibile coglierne tracce.
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