lunedì 25 ottobre 2021

LA NECROPOLI IN PIAZZA SAN BABILA

Nella cultura dei Romani il muro di cinta possiede un forte valore simbolico, delimitando lo spazio urbano in cui si svolgono le attività dei cittadini. Oltre ci sono le necropoli, cioè le “città dei morti”. I Romani erano soliti collocare i cimiteri fuori dalle mura, preferibilmente lungo le principali arterie stradali che garantivano accessibilità e visibilità ai monumenti funerari. Le necropoli meglio conosciute di Mediolanum sono situate nei dintorni di corso di Porta Romana, corso di Porta Ticinese e piazza Sant’Ambrogio.
Grazie agli scavi archeologici condotti a partire dal 2008 tra piazza San Babila e corso Europa, si aggiunge a questo quadro l’area funeraria di San Babila. Nei cantieri per la costruzione della linea M4, infatti, sono state individuate quasi una trentina di sepolture databili fra il I secolo a.C. e il III secolo d.C.
L’inumazione del corpo è la pratica più diffusa: in nuda terra, in cassa lignea, in strutture di laterizi con copertura “alla cappuccina”, cioè con doppio spiovente di tegoloni. Vi sono anche diversi esempi di cremazione, alcune avvenute nel luogo stesso della sepoltura (incinerazione diretta): i resti ossei e le ceneri del defunto si trovano in un terreno di colore scuro, ricco di materiale organico combusto.
Ai bambini è riservato un rituale speciale. Nel caso di feti o neonati, il corpo del piccolo defunto è sepolto in un recipiente ceramico come un’olla o un’anfora.
Le sepolture, databili tra il primo e il terzo secolo dopo Cristo, sono circa una trentina. In una di queste tombe, è stato anche ritrovato un magnifico bicchiere di vetro, intatto, ora esposto con gli altri reperti, nella mostra del museo archeologico milanese
Tale ritrovamento, fa parte infatti di un più vasto gruppo di ritrovamenti affiorati durante gli scavi della M4, che hanno portato alla luce quella che era un’antica necropoli del periodo romano.
I reperti tornati alla luce spaziano dal primo al terzo secolo Dopo Cristo, lungo tutto il percorso della M4 e in particolare, nelle aree dove sono previste le fermate della nuova linea metropolitana.
Tra questi reperti, i resti umani di quella che gli archeologi hanno soprannominato Europa e che viene definita. 
Diciamo probabilmente una bambina, perché nonostante nel corredo a lei accanto fosse presente un ago in osso e un frammento di una lucerna raffigurante un gladiatore, tali reperti non possono però essere attribuiti con certezza al corredo di Europa, a causa dei numerosi rimaneggiamenti dei ritrovamenti nel tempo. Non si ha la certezza assoluta, nè sulla datazione nè sul sesso dei resti ritrovati, anche perchè poco vicino, è stata rinvenuta una seconda sepoltura sempre infantile. Nemmeno l’esame dei resti può aiutarci nell’individuare il sesso di Europa, data la tenera età, circa due anni. Le caratteristiche ossee utili a determinare il sesso a quell’età non sono ancora sviluppate, anche se la morfologia dello scheletro tende più verso l’ipotesi che sia di sesso femminile.
Alcuni defunti della necropoli di San Babila, sono stati affidati ad un laboratorio di analisi per poterne delineare caratteristiche antropologiche. Conoscendone le caratteristiche somatiche e determinando di quali malattie hanno sofferto quando questi erano in vita, potremo avere ulteriori preziose informazioni su come fossero gli antichi milanesi.
La mostra, visitabile al museo archeologico di via Magenta 15, e situata nella cripta del museo

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