“Al luogo dell'intersezione del fiume Lambro col Naviglio della Martesana era stato costrutto in origine un ponte-canale per l'innocuo passaggio delle acque del fiume, e più sotto sulla continuazione del canale navigabile un sostegno detto la Conca di Gorla. Ignorandosi ora lo stato preciso della prima costruzione di tali edifici non si saprebbero indicare i loro difetti; ma si sa però che la posteriore sistemazione delle ultime tratte del Canale Martesana vi portò la costruzione di un sostegno nel luogo così detto la Cassina de' Pomi posto a qualche miglio di distanza da Milano. Questo sostegno rendeva inutile la conca di Gorla, e per il motivo di schivare diversi inconvenienti venne rappresentato a Francesco II Sforza come cosa utile il far levare ambedue quegli edifici ed il lasciar decorrere liberamente le acque del fiume Lambro nel letto del Naviglio della Martesana. Una tal opera essendo di pura distruzione, e perciò non incompatibile colle finanze dello Stato a quell'epoca, fu ordinata ed eseguita verso il 1533. Dopo di ciò restava per altro ancora un grande difetto al Naviglio della Martesana nella libera intersecazione delle sue acque con quelle del fiume Lambro, la quale in tempo di piena metteva in pericolo le barche cariche al loro passaggio, e ad ogni momento cagionava dispendi alla Camera e incomodi alla navigazione colle rotture e cogli interrimenti. Per riparare pertanto una volta per sempre anche a questi disordini del passaggio del Lambro fu progettata, fin d’allora una fabbrica di ponte canale in sei archi; ma tale idea, avendo poi finito coll’essere abbandonata per mancanza di mezzi economici, vi ha dato luogo al ripiego tuttora sussistente.
Sono tanti i luoghi d’intesse storico e artistico dove il visitatore può perdersi fra quadri, statue e opere d’arte di valore inestimabile. Tanti angoli e luoghi dimenticati senza particolare valore artistico, ma in grado di regalare la strana sensazione di essere tornato indietro nel tempo, dove le lancette dell’orologio hanno smesso di girare e sotto la patina di oblio che li ammanta, è possibile coglierne tracce.
lunedì 11 ottobre 2021
CONCA DI GORLA
La Conca di Gorla
Alcuni anni più tardi, durante la dominazione spagnola, venne decisa nel 1549 una deviazione del corso del Naviglio Martesana presso la Cassina de’ Pom per non intaccare la cinta murata gonzaghesca posta a fortificazione di Milano. La situazione politica di Milano in quegli anni non era certo la più favorevole per una rapida esecuzione di lavori di quel genere. Due anni più tardi, nel 1533, il Duca di Milano ribadiva la necessità della distruzione della Conca di Gorla e della modifica del fondale del Naviglio. Nemmeno questo pressante invito ottenne, però, il risultato sperato e la realizzazione del progetto rimase un altro dei problemi lasciato in eredità agli Spagnoli che due anni più tardi divennero i nuovi dominatori di Milano. È così che apprendiamo dell’esistenza di una Conca a Gorla e della ferma volontà di eliminarla per pareggiare il livello delle acque: conche e scolatori servivano allo scopo. Le uniche notizie certe sull’esistenza della Conca di Gorla derivano quasi esclusivamente dalle note di una lettera del Duca Francesco Sforza II nella quale si chiedeva al luogotenente Bentivoglio di “levare la Conca di Gorla”; a sostegno dell’istanza il Duca scriveva “doversi murare la città di Milano… far levare la conca di Gorla, ed abbassare il fondo del Naviglio Martesana fino al Lambro e più oltre secondo il bisogno onde riesca più spedito il corso dell’acqua”. Evidentemente occorreva una maggiore velocità dell’acqua per scopi commerciali, ma anche e, soprattutto, per usi militari affinché il “corso de l’aqua sii expedito”; si era intorno al 1470. Nel 1535 la Conca di Gorla fu demolita come da decisione di Francesco II Sforza per la fortificazione di Milano. “L’importante modifica al sistema conche fu proposta nel 1531 da Francesco II Sforza con comunicazione al governatore Bentivoglio di aver dato ordine ai Maestri delle entrate di far togliere la Conca di Gorla e di abbassare il fondo del Naviglio fino al Lambro; questo per avere più acqua per facilitare il trasporto di materiali per la costruzione della cinta muraria progettata da Girolamo Melzio per ordine del duca”.
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