sabato 30 ottobre 2021

CIMIANO

 è un quartiere di Milano posto nella zona nord-orientale della città ed appartenente al Municipio 3.

Il borgo di Cimiano, dal latino “Cimilianus”, è appartenuto al territorio di Crescenzago dall’antichità  fino all’annessione di quest’ultimo nell’amministrazione comunale di Milano nell’anno 1923. Il toponimo Cimilianus compare già nelle mappe dell’impero romano, lungo le strade che conducono a Milano. L’incrocio sorge tra la strada Consorziale da Cimiano in Corte Regina (oggi via Monteggia) e la strada Consorziale da Cimiano a Molino della Torretta (oggi via Pusiano) ed ha conservato il suo aspetto dall’ottocento fino ad oggi. L’origine del nome, per alcuni, deriverebbe dalla contrazione del nome cimiliano, “prossimo a Milano”.Deriva il nome da cimiliano, contrazione di "prossimo a Milano": quartiere della periferia nordest della città, è legato a numerose personalità di spicco, come Angelo Rizzoli e la casa editrice Rizzoli, il cardinale Schuster, don Giovanni Calabria, don Mazzi con il suo Exodus, e don Verzé.

Citato per la prima volta in un documento longobardo del X secolo ed inserito nella pieve di Bruzzano, costituì un comune autonomo fino al 1757, quando divenne frazione di Crescenzago per ordinanza di Sua maestà imperiale Maria Teresa d'Asburgo. Il decreto di annessione riconobbe tuttavia, con un'esenzione assai eccezionale, la storica e tradizionale individualità della località, permettendole a titolo onorifico di mantenere una propria identità ai fini catastali, con confini quindi ufficialmente definiti.

Era una zona prettamente agricola dove si coltivavano frumento e gelsi, dove scorreva molta acqua e prossima al fiume Lambro. Qui, vista anche la presenza del terreno argilloso, da secoli si realizzavano mattoni per l’edilizia locale.

L’attuale via Monteggia arrivava fino in Corte Regina dove c’è il primo cache dedicato alla storia di Cimiano; ora invece si interrompe in corrispondenza di un parco giochi pubblico. All’angolo tra via Monteggia e Pusiano (lato ovest) sorge Villa Pino, costruita all’inizio dell'ottocento dal generale napoleonico Domenico Pino, quando decise di ritirarsi a vita privata dopo la caduta di Napoleone. Domenico Pino era stato anche ministro del regno d’Italia. Sopra il portone d’ingresso si vede ancora lo stemma della famiglia Pino, mentre il resto dell’edificio è stato rifatto in tempi recenti. Di fronte un ristorante che conserva lo stesso identico aspetto delle foto di fine ‘800. 

Proseguendo dall’incrocio verso via Monteggia, sorge sulla sinistra villa Emilia. L’edificio, che richiama curiosi nei fine settimana, è stato costruito ai primi dell’800, è ornato da medaglioni in cotto e circondato da un giardino all’italiana comprendente anche un piccolo bosco di bambù. E’ visibile dall’esterno ma non visitabile, in quanto privato. Dal lato opposto della strada sorge Villa Aurora, che restituisce un’idea delle ville di campagna di fine ‘800.

Proseguendo invece dall'incrocio verso est su via Pusiano, sulla destra sorge la villa Morosini Orsini Biumi con la rispettiva chiesetta. La villa ha anche un secondo ingresso, più monumentale, verso il parco Lambro e visibile dallo stesso. La prima datazione certa della dimora è del 1630, quando apparteneva a famiglie private. Nel 1691 è ceduta a Giuseppe Peroni, che fece edificare la chiesa nel 1694. La presenza di questa chiesa più recente fu uno dei motivi che portarono alla vendita della chiesa dei Magi e la sua successiva trasformazione in cascina . Dopo vari passaggi di proprietà tra privati, la villa divenne possedimento dell'Ospedale Maggiore e, nel dopoguerra, dapprima sede dell’Opera Don Calabria e ora dei padri Piamartini .

Amministrativamente tuttavia, Cimiano seguì poi in tutto e per tutto le sorti di Crescenzago, la quale fu a sua volta annessa a Milano nel 1923

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