
Un tempo, dava anche il nome alla contrada che da lì si dipartiva (dal 1865 la via prese a chiamarsi Lanzone).
Tuttavia, la presenza dell'importante basilica ambrosiana e della omonima pusterla (una delle porte minori sulla mura medievali), fa sì che pochi si avvedano e si interessino di questo piccolo edificio religioso.
Si tratta della chiesa di san Michele al dosso, così detta, appare pacifico, per essere edificata proprio laddove si trovava il dosso, cioè il terrapieno (il terraggio) delle mura cittadine.
Di antichissima fattura, forse longobarda, venne ricostruita ed ingrandita nel 1483 dalle Monache Agostiniane, che accanto vi eressero il loro monastero. Anche se il Giulini parla di Monache Cistercensi (Libro IV delle Memorie spettanti alla storia al governo ed alla descrizione della citta).

Oggi vi si trovano le Suore Orsoline di San Carlo di Milano.
Internamente, è conservato un interessante affresco: di scuola lombarda del cinquecento l'opera raffigura la Vergine col Bambino circondata da due angeli, che sovrasta il modello della chiesa che gli offerenti vogliono edificare e mettere sotto la protezione di san Michele, a destra e di san Benedetto, a sinistra.
In alcuni locali del monastero o della canonica soggiornò Francesco Petrarca, tra il 1353 e il 1358, come peraltro è ricordato da una lapide murata in loco.
Ospita, infine, una copia straordinariamente precisa, di eccellente qualità, della prima versione della Vergine delle Rocce, quella conservata al Louvre. Questa venne dipinta da Francesco Melzi, l'allievo prediletto di Leonardo.

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