Villapizzon in dialetto milanese, AFI: [ˌvilapiˈsũː]) è un quartiere di Milano, posto nella periferia nord-occidentale della città, appartenente al Municipio 8.
L’insediamento urbano di Villapizzone ha origini molto antiche. La prima traccia storica che cita la località “Villabezone o Villa Bezonis” risale ad un cartario del 1179 ritrovato negli atti notarili del Comune di Milano, mentre alla Pinacoteca Ambrosiana in una pergamena del 1259 compare il nome di “Villabenzono”.

Nell'ambito della suddivisione del territorio milanese in pievi, apparteneva alla Pieve di Trenno, e confinava con Affori a nordest, con Musocco a nordovest, con Garegnano e Boldinasco a sudovest, e coi Corpi Santi a sudest. Nel 1771 contava 303 abitanti.
Nel 1768 l'imperatrice Maria Teresa d'Austria con un diploma investì Giorgio Giulini del feudo di Villapizzone permettendogli di appoggiarvi il titolo di Conte; alla morte di quest'ultimo, con la conseguente estinzione del ramo primogenito dei Giulini della Porta, il titolo passò al cugino Benigno (1820-1900) che era sindaco di Carugate.
In età napoleonica, dal 1808 al 1816, Villapizzone fu aggregata a Milano, recuperando l'autonomia con la costituzione del Regno Lombardo-Veneto.
All'unità d'Italia, 1861, il paese contava 842 abitanti, era costituito da un piccolo borgo di case costruite attorno alla chiesa parrocchiale di San Martino, di fronte alla quale vi era la villa signorile, con parco, della famiglia patrizia Radice Fossati; nelle vicinanze si trovava un piccolo bosco, originariamente parte del bosco della Merlata di questo sono rimaste alcune piante, a lato di via Paolo Mantegazza, in un pezzo di terreno inglobato negli anni '60 nel giardino della scuola elementare Goffredo Mameli. Nel 1869 Villapizzone fu aggregata a Musocco, comune poi annesso a Milano nel 1923.; documenti attestano che in quel periodo il borgo fosse ancora dotato di cimitero, in seguito rimosso.
Dopo la Seconda guerra mondiale il vecchio borgo di Villapizzone è stato inglobato dalla crescita della città. Il toponimo, scarsamente noto per decenni, ha conosciuto una nuova diffusione a partire dall'apertura dell'omonima stazione ferroviaria, fermata delle linee del servizio ferroviario suburbano.
Nel borgo visse, durante il secolo XIX, Giovanni Moretti di origine contadina, divenuto quindi oste, commerciante e che in seguito ad una crisi mistica finì i sui anni vivendo in eremitaggio, scalzo, indossando una sorta di saio. Seppellito a Musocco, le sue spoglie sono state traslate nella chiesa parrocchiale di San Martino all'inizio del secolo XXI.

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