venerdì 24 settembre 2021

CHIESA SAN GIOVANNI DECOLLATO ALLE CASE ROTTE

Le famose soppressioni di Giuseppe II d’Asburgo attuate a cavallo del decennio 1780/90 decretarono la morte e la sparizione di centinaia di chiese e conventi a Milano e non solo. Una di queste vittime è stata la bellissima chiesa barocca di San Giovanni decollato alle Case Rotte.

La chiesa di San Giovanni Decollato alle Case Rotte era una chiesa di Milano. Costruita intorno al 1390, era una delle tre chiese erette sulle rovine delle case dei Torriani, o case rotte che persero il potere ad opera dei Visconti, nuovi signori e duchi di Milano.

Fu sconsacrata nel 1874 e utilizzata in seguito dal Comune di Milano come sede di uffici amministrativi. Venne demolita alla fine del 1907 in occasione della costruzione della sede della Banca Commerciale Italiana che prospetta sull'attuale piazza della Scala.

L'appellativo "alle Case rotte" è legato ai sanguinosi episodi avvenuti a Milano dopo la discesa in Italia di Enrico VII di Lussemburgo (1275-1313), re di Germania e imperatore del Sacro Romano Impero. Enrico entrò in Milano il 23 dicembre 1310 proveniendo da Asti, Novara e Vercelli. Giunto a Milano, fu incoronato re d'Italia con la corona ferrea il giorno dell'Epifania del 1311. Signore della città era stato fino a quel momento Guido della Torre, o Torriani: per alcuni storici la famiglia di Guido si coalizzò con i rivali Visconti di Galeazzo per cacciare Enrico, mentre secondo altri i Torriani agirono isolati nel tentativo di sconfiggere il nuovo Re d'Italia. Il risultato del tentato colpo di mano si risolse comunque catastroficamente per i Torriani che, uccisi in gran numero e banditi dalla città, videro le loro case, che occupavano un vasto quartiere comprensivo di grandi giardini, abbattute e distrutte, con il divieto emanato dal Comune di ricostruirle in ogni tempo e la Signoria passò dunque ai Visconti. Quelle rovine presero il nome di case rotte. La chiesa venne edificata poi su quei ruderi e ne prese il nome.

Non molto tempo dopo sulle rovine del quartiere dei Torriani e precisamente nell'area oggi occupata dal teatro alla Scala, sorse una prima cappella, o chiesa, intitolata a santa Veronica e che mutò poi titolo prima in Santa Maria alle case rotte, poi de caruptis e infine in Santa Maria nuova; la cappella venne rinnovata nel 1381 da Beatrice Regina della Scala, moglie di Barnabò Visconti; con le successive donazioni dei Visconti la chiesa acquisì lustro e ricchezza e passò a essere chiamata Santa Maria alla Scala, poi demolita per lasciare spazio al Teatro. Dal fronte della chiesa si dipartiva lateralmente una via retta che conduceva alla antica chiesa di Santa Maria in Solariolo del monastero di San Dionigi, di cui si ha già nel 1147 l'indicazione che avesse mutato titolo in chiesa di San Fedele, la quale è tuttora esistente. Sul lato sinistro di quella strada retta che conduceva a San Fedele, già verso la metà del XIV secolo si era stabilita una confraternita di Disciplini di Valcamonica, detti anche battuti o flagellanti, o Bianchi che nel 1363 risultano avere possesso di alcuni edifici e probabilmente di una chiesa intitolata a Santa Maria della morte; la Scuola di questi Disciplini o Scuola della Morte viene citata nel 1365 essere situata "in domibus fractis portae novae Mediolani" (presso le case rotte di porta nuova a Milano).

Il primo edificio di San Giovanni alle case rotte risalirebbe al 1390 e subì vari rimaneggiamenti, tra cui l'ampliamento nel 1420 e il rifacimento del coro di Pellegrino Tibaldi su interesse del cardinale Borromeo. L'aspetto finale era determinato da pesanti rifacimenti di Francesco Maria Richini.

E' nel 1569 che si decise un completo rinnovamento della chiesa oramai vetusta su interesse del cardinale Borromeo con incarico a Pellegrino Tibaldi (Puria, 1527 – Milano, 1596).
E’ però nel 1654 che l’aspetto della chiesa assunse l’aspetto finale che giunse fino alla sua demolizione, aspetto progettato da Francesco Maria Richini (Milano, 1584-1658) e portato a termine dal figlio Gian Domenico che prese il posto del padre il quale morì il 24 aprile 1658.

Nella stesura del progetto della nuova chiesa il Richini dovette superare non pochi problemi. Il quesito più evidente era rappresentato dal rapporto tra la nuova costruzione e quella preesistente e l’esiguo spazio a disposizione, nonché il restauro dei fabbricati della scuola fronteggianti le via Case Rotte fino al fianco della costruendo chiesa di San Fedele.

La soluzione del Richini consistette in un aula unica a pianta ottagonale inscritta in un ellissi con due lati molto più lunghi degli altri dove vennero allestite due cappelle. Era riccamente decorato da affreschi e stucchi principalmente settecenteschi. La facciata che si affacciava sulla via Case Rotte, era impostata su due ordini, l’inferiore costituito da un atrio a tre arcate sorrette da due coppie di colonne binate, che formavano un piccolo vestibolo chiuso da una cancellata e quello superiore sormontato da un sobrio timpano dando l’impressione di un palazzo nobiliare anziché di una chiesa.

Le due cappelle laterali vennero arricchite da due dipinti di gran pregio, per l’altare di sinistra fu commissionato e super pagato nientemeno che Salvator Rosa (noto pittore napoletano operante a Roma) per una Madonna del Suffragio mentre per la cappella dirimpettaia fu scelto Francesco Cairo che dipinse la Decollazione del Battista.

Di seguito la Madonna del Latte o dei Torriani. Ornava una cappella della famiglia Torriani, finita poi nell’atrio della chiesa di San Giovanni Decollato, vi rimase fino alla demolizione e quindi portata all’interno della sacrestia di San Fedele.

La chiesa, dopo le soppressioni di Giuseppe II, iniziò una lenta decadenza fino ad essere chiusa al culto nel 1874 ed essere adibita per trent'anni a sede dell'Archivio Municipale. Spogliata di gran parte delle sue opere e di alcuni affreschi (oggi nei depositi del Castello Sforzesco) fu demolita alla fine del 1907 per permettere la costruzione del palazzo della Banca Commerciale Italiana dell'architetto Luca Beltrami. La decisione di demolire l'ormai ex chiesa richiniana aveva sollevato dubbi e controversie ma nella seduta del 17 gennaio 1906 la civica Commissione edilizia diede conferma del proposito della Giunta di comprendere l'edificio in un piano di demolizione che avrebbe consentito un maggiore allargamento della piazza della Scala, autorizzando quindi la demolizione della chiesa

La facciata della chiesa fu smontata e ricollocata nel 1924 grazie all'intervento dell'architetto Paolo Mezzanotte sul fianco destro della chiesa di Santa Maria Segreta, in via Ariosto.

La facciata era impostata su due ordini, l'inferiore costituito da un atrio a tre arcate sorrette da due coppie di colonne binate, quello superiore sormontato da un sobrio timpano.

L'interno aveva pianta ottagonale inscritta in un'ellisse ed era riccamente decorato da affreschi e stucchi principalmente settecenteschi.

La chiesa ospitava la Madonna e angeli che liberano le anime del Purgatorio di Salvator Rosa, oggi alla Pinacoteca di Brera.


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