venerdì 27 agosto 2021

CASE VENEZIANE

Gli edifici in stile neogotico veneziano, le cosiddette "Case Veneziane", che vennero demolite per lasciare spazio alla Galleria San Babila e a piazza Umberto Giordano

 La piazza san Babila come la conosciamo oggi, circondata da moderni edifici razionali di forte impatto, si è andata progressivamente formando a partire dal 1931, quando in ossequio ad una variante del Piano regolatore pensata per meglio raccordare il nuovissimo corso Littorio (oggi Matteotti) a corso Venezia, il regime fascista iniziò le demolizioni che avrebbero permesso ad un semplice slargo di trasformarsi in una vasta e regolare piazza.
Solo la chiesa, misericordiosamente, fu risparmiata!

All'abbattimento (senza rimpianti all'epoca) degli antichi caseggiati, spesso di pregevole fattura ottocentesca, seguì la costruzione di edifici firmati dagli architetti all'epoca in voga. Sorsero così il palazzo di Emilio Lancia, la torre Snia Viscosa di Alessandro Rimini, il palazzo a nord e il garage di Giuseppe De Min.
Tra le bellezze perdute, si annoverano due palazzi contigui comunemente conosciuti come "Case Veneziane".
I due palazzetti erano stati innalzati, sul lato dove sorge la chiesa (tra corso Monforte e il vicolo poi scomparso di san Giovanni in Era o piazzetta Durini) nel 1859, sull'onda dell'emozione suscitata dalla mancata annessione di Venezia all'Italia che si andava formando, e per tale ragione vennero stilisticamente concepiti come omaggio alle costruzioni lagunari. Opera dell'architetto Achille Jodani, imitarono i tipici palazzi veneziani, proprio quelli che si affacciano sul canal Grande.

I due palazzotti, uno più goticheggiante, l'altro più rinascimentale, erano di pregevole fattura e di curioso aspetto.
Furono demolite nel 1938.

Al loro posto fu edificato, in diversi lotti, il massiccio palazzo di Giò Ponti. I lavori, bloccati dalla guerra, vennero portati a termine poco dopo il ritorno alla normalità.
Contestualmente alla demolizione, alcuni elementi architettonici tipicamente veneziani della seconda casa (la più lontana dalla chiesa di san Babila) vennero salvati, e portati a Melegnano. Qui vennero incastonati in un palazzo situato di fronte alla basilica di san Giovanni Battista, a due passi dal castello (ringrazio per la segnalazione Luciano Passoni).
nelle foto
il giallo indica la loro ubicazione
un'incisione del 1859 che raffigura la demolizione dei caseggiati che lasceranno il posto alle Case Veneziane.

Nessun commento:

Posta un commento

PARCO DEL CITYLIFE

CityLife vanta uno tra i parchi più ampi di Milano, ma soprattutto è ricco di opere d’arte che lo rendono un vero museo a cielo aperto tutto...