Agli inizi del XIII sec., Milano, naturalmente, non fu da meno delle altre città comunali, a dotarsi di una torre civica. A dire il vero, se la trovò casualmente già pronta, nel corso dell’acquisizione delle costruzioni esistenti nell’area in cui, secondo il progetto elaborato, si era previsto la costruzione del Broletto e della nuova cittadella municipale.
Di fianco al portico, lato est, verso il Duomo, quasi attaccata alla loggia, ove oggi c’è la contestata scala di Marco Dezzi Bardeschi, vi era l’antica, ‘sinistra’ torre dei Faroldi, acquistata dal Comune unitamente alla casa-fortezza (sempre dei Faroldi), nell’ambito delle acquisizioni dell’intera area ove creare la piazza.
L’idea iniziale era quella di demolire, oltre al resto, anche questa torre, per far posto alle fondamenta del Palazzo della Ragione. Scoperto poi, mentre stavano scavando, che la sua posizione, pur essendo vicinissima, non disturbava la costruzione del nuovo edificio, si resero conto che poteva servire e, la usarono, come torre civica, per circa quarant’anni.
Come usanza dei tempi, la torre civica ospitava una o più campane, che venivano utilizzate essenzialmente per quattro scopi: suonavano a festa quando arrivava in città qualche ospite illustre, segnalavano la presenza di incendi, l’ora del coprifuoco e infine, le condanne a morte.
Esternamente alla torre, abbastanza frequentemente, veniva issato un gabbione di ferro, nel quale venivano rinchiusi per il resto dei loro giorni, i nemici del popolo o chi si era macchiato di particolari nefandezze, in modo che, penzolando lì in alto, nel vuoto, quel gabbione fosse di monito per i ‘ben pensanti’.
Nel 1270 circa, costruirono sul lato nord della Piazza del Broletto Nuovo un palazzo per conto della Credenza di Sant’Ambrogio, noto anche come palazzo di Napo Torriani, allora, centro del potere guelfo della famiglia nobile dei Della Torre.
Nel 1272, Napo Torriani, (Napoleone Della Torre), succeduto nella carica, alla morte di Martino, aveva cominciato ad apportare migliorie in città. Fece lastricare le strade di accesso alla piazza del Broletto, e ordinò la costruzione di una Torre come simbolo di potere, a fianco del nuovo palazzo della Credenza.
Poiché in cima alla nuova Torre era stata collocata la “Zavataria”, (una doppia campana chiamata così, perchè regalata alla cittadinanza, dal podestà Zavatario della Strada, alla fine del suo incarico nel 1263), la nuova costruzione era in grado di assolvere alle stesse funzioni di torre civica, svolte fino ad allora dall’antica torre dei Faroldi, ormai malandata, che infatti, quello stesso anno, venne demolita.
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