giovedì 8 luglio 2021

GIARDINO BARCHO DEL CASTELLO

In epoca viscontea 1392, a ridosso del nuovo Castello, eretto nella parte nord-ovest di Milano, fu progettato un vasto giardino ducale, circondato da un fossato.
In epoca sforzesca 1482, il Barcho esteso per circa 340 ettari e cintato da un muro con otto portelli (Porta Vercellina, Torbora, San Siro, Rocca degli Oimi, Bullona, Sant'Ambrogio, Borgo degli Ortolani, Porta Tenaglia), era una grande tenuta con boschi, prati, orti, frutteti, pergolati, fontane, giardini e serragli di animali esotici.
A questo incantevole luogo di delizie per la corte disegnato con raffinate architetture rinascimentali di viali a volta e trame d'acqua (illustrato dagli affreschi leonardeschi delle sale castellane), si contrapponeva la campagna del contado oltre il muro, con prati irrigui e terreni spesso invasi dalle piene dell'Olona.
In epoca spagnola, dopo la costruzione delle nuove mura e fortificazioni, il parco inselvatichito fu dapprima lasciato in abbandono e poi diviso in poderi 1681. L'area agricola ambita per la salubrità sconparve con l'edificazione dei quartieri borghesi Magenta e Fiera (XIX - XX secolo), lasciando solo la memoria delle cascine Giardino, Colombera, Colomberetta, Portello (con osteria), cascine dei Santi, Case Nuove e Madonnina, di una chiesetta (el Gessioeul), e di un padiglione (el Casino)

Il parco, creato per desiderio di Gian Galeazzo Visconti alla fine del XIV secolo, si estendeva su un’ampia superficie a nord del Castello, ed era formato da una parte a giardino e da un'area coltivata. A partire dal 1457 venne ampliato da Carlo da Cremona per Francesco Sforza, fu quindi cintato e popolato per volere del Signore di Milano, grande appassionato di caccia, di caprioli, cervi, lepri, fagiani e pernici. Tutti questi animali furono fatti portare a Milano dalle zone di Varese, del Seprio e del lago di Como. Al vero parco di caccia, o “barcho” , erano affiancati una parte a giardino dotata di una peschiera, e vasti campi coltivati a frumento, miglio, segale e avena. Non mancava la zona destinata a frutteto.
Sotto il regno di Ludovico il Moro, nel momento di massimo fulgore della vita di corte, addirittura Leonardo da Vinci era incaricato di organizzare cerimonie e feste nel “barcho” ducale. 
Dopo la caduta degli Sforza e l’arrivo successivo degli Spagnoli nel Cinquecento, l’ampia area cadde in abbandono. Su parte di essa furono edificate le fortificazioni spagnole.
Per secoli l’antico parco ducale fu adibito a piazza d’Armi per le guarnigioni straniere.

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