martedì 15 giugno 2021

GIGI DELLA GNACCIA

 

 Muniti del solo tavolino pieghevole i “Gigi della gnaccia” vendevano davanti a scuole e oratori piccoli pezzi di castagnaccio e frittelle di ceci. Questi ambulanti, generalmente provenienti dalla Toscana, avevano anche inventato una sorta di “Lascia e raddoppia” ante litteram: i clienti, generalmente bambini, oltre ad acquistare per una decina di centesimi un pezzo di dolce, potevano tentare la fortuna con il gioco del pari o dispari: in caso di vittoria avrebbero avuto una porzione doppia mentre, in caso contrario, sarebbero rimasti a bocca asciutta; in quest’ultimo caso un codice non scritto, ma comunque rispettato, prevedeva che all’implorazione convenuta del piccolo acquirente – Gigi…pezeto – Gigi regalasse comunque un pezzettino di dolce.



Alla destra della porta Ticinese Medievale che si colloca tra corso Ticinese e le colonne di San Lorenzo e che origine faceva parte della cerchia muraria del XII secolo costruita per contrastare le incursioni del Barbarossa, guardando con le spalle alle colonne, in quel piccolo androne, negli anni 50 e 60, c’era un negozietto che faceva il castagnaccio. L’ambiente era piccolo ed aveva un’apertura verso l’esterno così che i clienti non dovevano entrare in negozio ma venivano serviti attraverso una finestrella. Il nome vero del proprietario non era noto ma veniva chiamato Gigi Gnaccia.
Quando le condizioni economiche lo permettevano la merenda consisteva in una fetta di “gnaccia”divisa in più persone. Al venerdì Gigi faceva la polenta ed il merluzzo fritto ed il profumo invadeva tutta la zona.


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