<< cinqu ghei trii numer! Trii balett cinqu ghei! bei fironni! >>
Fare El Fironatt, o el firunatt, significava lavorare per le strade in autunno vendendo le collane di castagne. Questo tipo di merce, in vendita anche ai nostri giorni nelle fiere o sagre paesane era molto diffusa ed esisteva quindi un mestiere ben specifico.
a chi catta sù castegn e a chi ne vend
e la quistion in fond la interessa nient.
Forse on quajghedun el podariss imprend
che a Milan, tra i vari mestée ambulant,
gh'eren i vendidor de castegn lessàa,
pelàa o cont el guss e rostii oltertant.
Incoeu j gent... d'alter gust hin sopressàa!!
Dal lago maggiore arrivavano i maronat, venditori di scotti caldi, castagne arrosto che le servivano in imbuti di carta.
Vicino alle scuole vi erano i venditori di castagne secche i straccadent, oppure quelli delle castagne peste che venivano lessate in acqua, sale e semi di finocchio
<< peladej bei cotti, col saa e l'erba bonna! cinqu ghei e mezza! e bujen! >>
Al grido “scotti caldi” questi ambulanti pubblicizzavano le loro castagne cotte al forno e trasportate in una cesta – ben imbottita per mantenerle calde – appoggiata sulla pancia. Come per i “peri cotti” vendevano il loro prodotto lungo le strade e nei trani nelle nebbiose serate invernali.
Questo il loro grido di battaglia: Gh'hemm i cuni de Cuneo!
Cinqu ghei trii numer! Trii ballett cinqu ghej! Bèi fironni!
Per indicare una cosa senza alcun valore si usava un tempo l'espressione: "Acqua de bellegott", acqua di castagne secche vendute cotte.
Oggi si vedono in giro i caldarrostai e davvero raramente i venditori di fironi, le castagne cotte al forno ed infilate come collane a più file. I fironàtt arrivavano dal Cuneese e per attirare i clienti organizzavano una piccola lotteria: estraendo tre numeri da un sacchetto si potevano vincere altre castagne (cuni).
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