mercoledì 9 marzo 2022

VILLA INVERNIZZI

 

In questo caso il collegamento è scontato: villa Invernizzi apparteneva all’ideatore dei famosi formaggi; è la fine del 1800, Romeo Invernizzi ha otto anni e la maestra delle elementari di Pasturo, in provincia di Lecco, ha convocato sua madre a un colloquio. Romeo è sempre stanco e, spesso, si addormenta durante le lezioni.

La madre è mortificata, esce dal colloquio in lacrime, ma si vergogna di dire la verità.
Gli Invernizzi hanno una latteria e tutti, in famiglia, hanno un ruolo nella gestione: quello di Romeo è di alzarsi alle due di mattina per mungere le mucche. Nel 1914, ereditata l’azienda di famiglia e trasformatala nella seconda azienda casearia italiana, si trasferisce a Milano, in via dei Cappuccini 9.
Ed è durante un viaggio in Africa con sua moglie, che il signor Invernizzi decide di portare con sé a Milano un gruppo di fenicotteri, quando non era ancora stata stipulata la Convenzione sul Commercio Internazionale delle Specie Minacciate di Estinzione (CITES), che ha lo scopo di tutelare fauna e flora in pericolo di estinzione.
I fenicotteri di villa Invernizzi appartengono alla specie dei fenicotteri rosa e fenicottero cileno e si possono scorgere semplicemente passeggiando lungo il cancello della villa, sporgendosi un po’ al suo interno.
Oltre a loro sono presenti anche pavoni e anatre.
La villa non è aperta al pubblico, salvo qualche rara occasione e, dopo la morte del signor Invernizzi, è stata trasformata nella Fondazione che porta il suo nome, che si occupa di biologia, medicina, economia, scienze alimentari e di altri settori scientifici.
Passando a miglior vita senza eredi, il Cavaliere fece infatti aggiungere una nota al suo testamento con cui obbligava la Fondazione Invenizzi, amministratrice dei beni e delle società di famiglia, a tutelare i suoi amati animali, che oggi sembrano perfettamente adattati alla vita in cattività e sono lì, incuranti dei passanti e dei curiosi.
La villa è un perfetto esempio di architettura liberty inserita in un contesto naturale molto interessante: è infatti presente sia un giardino pensile da cui è possibile osservare il sempre rinnovato skyline milanese, sia un affascinante giardino di magnolie sia un grande roseto.
Con il nome di Liberty si intende un vasto movimento artistico che, tra fine Ottocento ed inizi Novecento, interessò soprattutto l’architettura e le arti applicate.
Questa corrente, nota in Francia come Art Nouveau, in Germania come Jugendstil e in Austria come Secessione, prendeva ispirazione dalla natura e dalle forme vegetali, dando vita ad uno stile assolutamente in contrasto con quello del periodo precedente.
Affermatosi per la prima volta in Italia nel 1902, è riconoscibile grazie a una serie di tratti distintivi: motivi floreali, ambienti vegetali, viticci, linee curve e flessuose.
Il movimento abbracciò, comunque, tutti i campi artistici, dalla pittura, al disegno, all’artigianato e nacque come reazione alla produzione industriale di oggetti in serie, pertanto tutta uguale, resa possibile dai processi di automazione di fine

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