giovedì 3 febbraio 2022

FESTA DELLA MAMMA

La festa della mamma ha un’origine molto antica, ma è sempre stata celebrata in maggio. Si celebrava già in epoca pagana, al tempo dei Greci e dei Romani, dove era legata al culto delle divinità femminili e della fertilità e segnava il rapido passaggio dal gelido e bianco inverno alla colorata e sudata estate .

Così come la conosciamo noi, fu proposta per la prima volta nel maggio 1870 negli Stati Uniti da una pacifista e femminista americana: Julia Ward Howe. Pochi anni dopo anche un'altra donna, Anna M. Jarvis, ebbe la stessa idea.

Anna era profondamente legata alla madre e dopo la sua morte tempestò di lettere ministri e alte cariche pubbliche affinché venisse istituita una festa per celebrare tutte le mamme del mondo. Grazie alla sua insistenza e tenacia la prima festa della mamma venne celebrata a Grafton il 10 maggio 1909 

Anna scelse anche simbolo della festa: il fiore preferito della madre, il garofano bianco.

Soltanto nel 1914 il presidente americano Wilson decise di renderla manifestazione pubblica in onore di tutte le madri dei soldati, e decise che il giorno dei festeggiamenti sarebbe stato la seconda domenica di maggio.

In Italia venne celebrata per la prima volta soltanto quarant'anni dopo, nel 1956, da don Otello Migliosi, ad Assisi. C'era però un precedente...

La prima giornata dedicata alla maternità "ufficiale" è stata organizzata durante l'epoca fascista, il 24 dicembre 1933.

Si chiamava 'Giornata della madre e del fanciullo' e cadeva la vigilia di Natale. Era espressione della politica del regime. Venivamo infatti premiate le madri che avevano avuto più figli. Per il fascismo in Italia infatti era di interesse nazionale difendere la maternità e l'infanzia.

"La Mia Mameta" di Lino Pagetti
Cavei d'argent, souris seren:
te se la mameta de tuti i temp,
bela m'el su, oeucc cuntent
nel me coeur sculpida
te se tuta la me vita.
Ricordi, quando seri piscinin
che te me ninavet sui ginoeucc,
e cun una vouseta fina fina,
te me cantavet una cansuneta.
A mo, incoeu me vegnen in ment
i sgiafett e i basin che te me davet,
perchè bun o sbarasin:
l'era quest el mod per fam capì
el rispett de ialter e de ti.
Quand per strada vedi una duneta
o una mama con un fiulin,
te me vegnet in ment,
ciciari in de per mi
come se ti te fusset li
a damm un cunsili
o una resun.
Me se impieniss el coeur
de tanti bei mument pasà insema,
come tanti quadretin stampà a culur
cun raffigurà un avveniment
a testimunià el to amour.

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