domenica 2 gennaio 2022

PALAZZO VISCONTI-AJMI GNECCHI

Il palazzo risale al Seicento, quando fu costruito a fianco della chiesa di San Lorenzo in Torrigia. Il palazzo, difficilmente apprezzabile nella sua monumentalità per via della stretta strada su cui affaccia, è composto da tre piani: il pian terreno in bugnato semplice è centrato sul portale a sesto acuto in granito con concio di chiave decorato con una cartella; il portale è quindi sormontato da una balconata sorretta da mensole decorate. Le finestre sono decorate con cornici semplici con un cartiglio in sommità, eccezion fatta per le finestre sulla balconata al piano nobile, decorate con complessi timpani.

All'interno si trova il cortile porticato con colonne di ordine tuscanico a reggere archi ribassati: si entra negli ambienti interni tramite un androne decorato con affreschi e tele di Luca Giordano, mentre le sale interne presentano tracce di affreschi secenteschi.

Palazzo Visconti-Ajmi: è sede di Mediobanca dalla sua fondazione.

Nell’area si trovavano anticamente le proprietà dei notai Vignarca, degli scolari di San Maurizio e dei padri Francescani. Giuseppe Archinto (1558-1610) acquistò tali sedimi tra il 1589 e il 1599 e costruì una casa da nobile per la sua famiglia.

Passata ai Riva nel corso della prima metà del Seicento, verso la metà dello stesso secolo vi abitarono Giustina Riva e il suo secondo marito, il colonnello spagnolo Filippo Leyzaldi. Negli anni Settanta del XVII secolo la casa passò in eredità alla sorella uterina di Giustina, Fulvia Anolfi che andò ad abitarvi assieme al marito Alfonso Visconti di Brignano (1622-1690).

I lavori di ingrandimento della casa si devono al secondogenito di Alfonso, il maresciallo Annibale Visconti (1660-1747). La casa assunse le dimensioni di un palazzo signorile tra i più eleganti di Milano. Il nipote di Annibale, Antonio Visconti Ajmi senior (1744-1819) ampliò ulteriormente la superficie dello stabile; l’acquisto del soppresso oratorio di San Lorenzino in Torriggia, avvenuto nel 1786, portò alla demolizione della chiesa e della casa parrocchiale; operazione che rese possibile l’aggiunta di un’altra ala del palazzo.

Nel 1885 Giuseppina Turati, moglie di Giuseppe Gnecchi Ruscone, acquistò l’edificio dagli ultimi discendenti dei Visconti Ajmi. Il palazzo fu restaurato da Fausto Bagatti-Valsecchi secondo uno stile neorinascimentale diffuso nella Milano di fine Ottocento.

Nel 1946 Mediobanca acquistò l’immobile stabilendovi la sua sede.

Nel settembre 2000 la piazzetta antistante il palazzo è stata intitolata ad Enrico Cuccia.

Il grande cortile rettangolare ha il portico ad archi ribassati su colonne toscane. Due salette a terreno, una al primo piano ed una al terzo, hanno volte affrescate a motivi decorativi della fine del ‘600. Un’antica torre, incorporata nell’edificio, ha dipinti e medaglioni seicenteschi.

La cancellata artistica in bronzo risale agli anni ’60 ed è opera di Francesco Barbieri. È stata fusa a Verona impiegando circa 40 quintali di bronzo di lega purissima.
La cancellata è divisa in cinque rettangoli, legati da sei candeliere cesellate con motivi decorativi; in cima, la scultura di un mostro di fantasia mitologica.

Nel rettangolo centrale, tra due cariatidi, c’è l’apertura della cancellata, in un’architettura con i mesi dell’anno rappresentati dai dodici segni dello zodiaco, con un motivo decorativo di idealizzazione dell’acanto, intrecciato con immagini terrestri, marine e del cielo: il concetto dello scultore è stato quello di una complessiva immagine cosmica.

Negli altri quattro rettangoli si richiamano momenti della storia di Milano: il primo rettangolo a sinistra rappresenta la conversione di Sant’Agostino con Sant’Ambrogio che lo battezza, il secondo rappresenta l’imperatore romano Augusto a Milano; il primo rettangolo a destra rappresenta la battaglia di Legnano e il Carroccio, il secondo la Corte degli Sforza nello studio di Leonardo.

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