venerdì 28 gennaio 2022

CINETEATRO MODERNA

Intorno al 1905 è già attivo il cineteatro Gustavo Modena in via San Gregorio n. 3 (una perpendicolare di corso Buenos Aires, non lontana da Porta Venezia) dove si alternano film e teatro di rivista. Il locale porta il nome del celebre attore e patriota mazziniano che visse tra  il 1803 e il 1861. 
Il locale viene costruito nello stesso luogo in cui fu presente il Lazzaretto, luogo deputato ad ospitare gli appestati, che rimase in attività dal 1509 al 1890.
Nel primo dopoguerra la sala diviene più semplicemente il cinema teatro Modena.
Nei primi due decenni prevale la programmazione teatrale, con quella cinematografica in abbinamento; dopodiché i ruoli si invertono e il film diventa l’attrazione di maggior richiamo, con il teatro in subordine. 
Nelle proiezioni pomeridiane dei giorni feriali, negli anni dieci e nei primi anni venti, la sala è piuttosto mal frequentata: bulli di quartiere, sfaccendati e personaggi legati alla malavita milanese sono spettatori abituali e non sono infrequenti risse durante le proiezioni.
La sala promuove la programmazione attraverso l’affissione di manifesti tipografici nel quartiere; è interessante notare come la gestione del Modena – a differenza di molte altre - investa particolarmente nella promozione tramite affissi, al punto da introdurre formule promozionali incentrate sulla sala stessa e non sul singolo spettacolo. Ad esempio, a inizio novembre 1920 per le strade del quartiere sono affissi manifesti con lo slogan tipo “Attenti! da giovedì 4 novembre: Grandiosi Debutti / Grandi Novità” senza alcuna indicazione del programma.
Negli anni venti e trenta, il Modena spesso propone una proiezione cinematografica abbinata ad uno spettacolo teatrale: non solo varietà, ma anche spettacoli di marionette; il locale spesso ospita la storica compagnia milanese di marionette dei Fratelli Colla, il cui debutto in questa sala avviene l’8 dicembre 1922. La gestione del locale è attenta anche a rassicurare la clientela intorno alla decenza dei suoi spettacoli di rivista; così su umanifesto della primavera 1925, in relazione all’operetta proposta dalla compagnia di Lugi Bianchi si trova scritto in stampatello“arte – bellezza – moralità”. 
A partire dalla fine degli anni trenta, il locale punta maggiormente sui film e spesso vengono proposte due pellicole al prezzo di uno.
La programmazione cinematografica in questi anni propone frequentemente melodrammi interpretati da grandi attrici del muto, quali Leda Gys, alias Giselda Lombardi, Pina Menichelli e Greta Garbo, pellicole drammatiche interpretate da Amleto Novelli oppure d’azione con Giovanni Raicevich (1).
Il Modena mantiene nel tempo la connotazione di cinema rionale, tant’è che – pur essendo attivo fin dai primi anni del Novecento – la sala inizia ad apparire nelle pagine degli spettacoli dei quotidiani solo a partire dal 1939: in quegli anni l’apertura è alle ore 10 del mattino.
Il Modena si salva dai terribili nbombardamenti dell’estate 1943: nell’ottobre di quell’anno è tra i pochissimi (una ventina) cinema attivi.
Nel dopoguerra, riprende la normale programmazione da terza visione; la sala in questi anni ha una capienza di 800 posti. 
Ancora negli anni cinquanta, il Modena si rivolge soprattutto al pubblico del quartiere, con una presenza praticamente nulla di annunci (tamburini o flani) sui quotidiani. E’ probabile che la gestione del cinema sia di tipo familiare, slegata dai mini-circuiti milanesi costituiti da più sale aventi in comune lo stesso gestore oppure la stessa società che ne cura la programmazione.
Negli anni cinquanta la programmazione è caratterizzata da melodrammi italiani e film d’avventura, a volte anche di serie B, che probabilmente la sala riesce ad avere in tempi più rapidi rispetto ai film di maggiore richiamo, che hanno un periodo di sfruttamento tra prime e seconde visioni molto più lungo.
Nell’aprile 1958 il Modena chiude e l’edificio viene completamente ristrutturato dall’architetto Vico Magistretti. La sala riapre nell’agosto 1959. 
La platea del nuovo Modena presenta una pavimentazione lievemente in salita – in contrapposizione ad altre sale con pavimentazione inclinata, tutte verso il basso.
All'ingresso della sala, sulle porte a vetri sono esposte le locandine del film in programmazione; una volta entrati, sulla destra è presente la cassa. Interessante notare che sulla parete alle spalle della cassa è presente una locandina d’epoca, risalente agli anni trenta recante l'intestazione “Cinema Teatro Modena”.
A partire dagli anni sessanta, nell'atrio è esposto il tabellone retro-illuminato che annuncia la prossima pellicola in programmazione; tenendo alle spalle l'ingresso, di fronte sono presenti quattro gradini, discesi i quali ci si trova di fronte alla porta di legno d'accesso alla platea. Sulla sinistra dell’atrio si trova una scala che porta alla galleria. 
La sala, oltre alle poltrone differenziate, presenta pareti di colore "mattone scuro"; prima dell'inizio del primo spettacolo lo schermo è chiuso da un sipario - il cinema è ancora dotato di piccolo palcoscenico - che si apre 10 minuti prima della proiezione. 
Anche dopo i lavori di ammodernamento del 1958-59 il locale rimane una sala di quartiere e viene classificata tra le terze visioni che saltuariamente recupera titoli di valore.
A fine anni sessanta il Modena propone nei giorni feriali la doppia programmazione: spesso pellicole di second’ordine con la possibilità di vedere due film al prezzo di uno.
Negli anni settanta il cinema, sempre classificato tra le terze visioni, è una delle mete preferite dei ragazzi della zona Venezia-Buenos Aires, perché abbina al prezzo accessibile un’accettabile qualità dell’offerta, in rapporto alla tipologia di spettatori, generalmente commedie all’italiana. 
Al termine dello spettacolo, è abitudine degli stessi ragazzini fare una sosta alla Pasticceria S. Gregorio attigua al cinema.
All’ingresso in sala è presente la maschera, un signore di una sessantina d'anni, abbastanza corpulento e con i capelli bianchi: abitualmente, all’ingresso di gruppi di ragazzini piuttosto vivaci, la maschera intima loro di non fare confusione, pena venire divisi ed essere costretti ad assistere alla proiezione separatamente gli uni dagli altri.
I prezzi sono differenziati sulla base della qualità delle poltrone: 500 lire per la platea - dotata di sedie di legno - e 600 lire per la galleria, con poltrone in similpelle di colore blu. 
La gestione è strettamente collegata al cinema Italia (*) di Piazzale Lodi: il sig.Trapanese è l'intestatario e la signorina Principe cura la programmazione. Nei primi anni ottanta quest'ultima figura al cinema Maestoso (ex Italia) in qualità di direttrice. In entrambe le sale inoltre operano gli stessi proiettori, Prevost neri a carboni. 

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