L'origine della chiesa è antica: nel 1398 è menzionata come oratorio dei Benedettini; nel 1568 il cardinale Carlo Borromeo, da due anni arcivescovo di Milano e impegnato in una vasta opera di riorganizzazione e di potenziamento della sua diocesi al fine di sostenere l'attuazione in Lombardia della riforma tridentina, la fece riedificare e la eresse in parrocchia, facendone una delle quattro parrocchie extramurarie del sestiere di Porta Ticinese, poi ricomprese - dal 1782 - nel Comune dei Corpi Santi di Milano.
La chiesa era il punto di riferimento religioso del borgo (il "burg dè furmagiatt" che, situato fuori della cinta daziaria e in prossimità della Darsena e del Naviglio Pavese aveva un'intensa vita commerciale - che sul Corso mantiene ancor oggi), delle sue frazioni (Conca Fallata, Cascina Rossa, Morivione) e delle altre chiese e oratori del territorio.
Riconsacrata il 31 dicembre 1900 dall'arcivescovo Andrea Carlo Ferrari, a quel momento contava 21345 parrocchiani e ospitava diverse confraternite e associazioni, un oratorio maschile e uno femminile, e un clero di 6 sacerdoti.
La chiesa ha un'unica navata con cappelle laterali su pianta a croce latina sovrastata da un'ampia cupola. Fu rimaneggiata nel 1740, ampliata negli anni 1830, rifatta nella facciata (Cesare Nava, 1896), decorata con affreschi di Giovanni Valtorta e Luigi Morgari.
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