
La Cascina rimase di proprietà dei Padri della Certosa di Garegnano, a cui fu donata dal vescovo Giovanni Visconti fino al 1888.
Sull'origine del suo nome esistono due ipotesi, entrambe legate all'attività agricola: o prende il suo nome all'esistenza, nel passato, di un torchio per olio, oppure lo prende dalla pratica di "torchiatura" della canapa coltivata nei campi, per ottenere filati da trasformare in corde e sacchi; fu in seguito acquisita dal Comune di
Milano, per permettere l'ampliamento del cimitero. e per un certo lasso di tempo continuarono al suo interno diverse attività di carattere artigianale ed una sede locale del Psi. L'incuria e l'abbandono in cui versava la struttura (ancora oggi di proprietà demaniale), provocarono il cedimento di una parte consistente dei tetti ed un progressivo e generalizzato degrado architettonico.
Nel 1992 un gruppo di ragazzi del quartiere, decise di occupare la cascina allo scopo di costituirvi un centro sociale, per dare luogo ad uno spazio di aggregazione sociale e dibattito politico non istituzionale all'interno del quartiere. Diversi collettivi di sinistra e diverse identità si avvicendarono nei primi quindici anni di storia dello spazio sociale. Nel 1995 il comune blocca la fornitura d'acqua e gli occupanti la ribattezzano come "Cascina Autogestita Torchiera SenzAcqua", continuandone l'attività, con corsi per stranieri, scuola di arte di strada, attività teatrale.
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