La struttura pare fosse costituita da un edificio con portale, stalle e fienili oltre ad una pila da riso.
Nei secoli successivi la mappa teresiana del 1722 indica la presenza di un corso d’acqua che, attraversando obliquamente la grande corte, alimentava il mulino situato sul lato ovest. L’edificio principale divenne residenza padronale mentre i rimanenti edifici ospitavano i contadini.
Situata dove ora si trova, all’incirca, la chiesa di S. Ilario, era composta da un agglomerato di piccole case indipendenti “recintate” da una costruzione a forma di quadrato, dove vivevano molte famiglie.
Ogni famiglia possedeva alcune pertiche di terreno, che coltivava a verdura (insalata, carote, cicoria,) Gli abitanti della cascina erano tutti, infatti, ortolani. La verdura veniva poi raccolta, messa su grossi carri e portata al mercato orto-frutticolo per essere venduta all’ingrosso.
Un po’ di verdura non veniva venduta perché doveva servire al fabbisogno delle famiglie della cascina e, per essere conservata, venivano scavate delle buche per tenere in fresco le carote, mentre la cicoria veniva coperta da paglia di riso.
A fianco della cascina scorreva il fiume Olona: aveva delle acque limpide e ricche di pesci; in estate i bambini facevano il bagno. Negli anni ’55 – ’60, con l’apertura delle raffinerie di Pero, l’acqua del fiume è stata inquinata fortemente, i pesci sono tutti morti e intorno c’era sempre un cattivo odore, per questo poi si è deciso di interrarne il corso.
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