giovedì 9 dicembre 2021

CASCINA ALBANA

Cascina Albana è una cascina tipica lombarda a corte chiusa. Il corpo centrale ha un impianto a L e si sviluppa su 3 piani, con porticato ed ampi ballatoi; chiudono la corte case indipendenti, recuperate da ex stalle e magazzini.
Originariamente apparteneva al Monastero delle Madri Agostiniane di Sant’Agnese, dell’Ordine degli Umiliati. Nei primi anni del 1800, con la soppressione degli Ordini religiosi e la chiusura dell’Ordine degli Umiliati imposta da Napoleone (1799), i campi, i boschi e le vigne erano oggetto di scambio tra le famiglie nobili e della media borghesia  che si affermavano politicamente e finanziariamente nel territorio.
Fu così che la proprietà della cascina passò  nel 1799 ai Marchesi Brivio, che si legheranno alla famiglia Castelbarco-Albani (a loro volta legati ai Litta). Presente nelle mappe del Catasto Teresiano (1722) e del Catasto Lombardo Veneto (1856), è considerato un edificio monumentale di grande valore architettonico. 
Veniva data ai contadini con un contratto di tipo “colonico misto”, per cui ciascuna famiglia pagava in denaro l’affitto dei locali ed era tenuta a versare una parte fissa del raccolto. Nella cascina venivano allevati i bachi da seta e per questo tutto attorno erano fatti crescere alberi di gelso. Quasi ogni famiglia possedeva un animale e lo allevava, anche se l’attività prevalente era legata alla coltivazione dei campi, dei frutteti e degli orti.

“Nel 1855 le 65 anime della cascina erano divisi in:

Massaro: contadino che possedeva carro e buoi e conduceva un podere esteso tra le 40 e le 100 pertiche milanesi per contratto di mezzadria.

Pigionanti: coloro che lavoravano la terra in affitto con la sola personale forza senza aiuto di animali e pagavano l’affitto in derrate anziché in moneta.

Inquilini: coloro che avevano a pigione in’abitazione senza possedere un fondo coltivabile in affitto.

Braccianti: Coloro che prestavano lavoro occasionalmente (stagionale o giornaliero).”

Nel 1923 diventa condominio: nasce  “Cascina Albana”.

Gli “anziani” della cascina, anche detti “i saggi”, raccontano dello stile di vita semplice e conviviale, eterogeneo ma unico allo stesso tempo che caratterizzava cascina Albana.

Alcune famiglie abitavano di giorno al piano terra e andavano a dormire nei locali al secondo piano. I bagni nei vari appartamenti vennero costruiti a partire dal 1960: tutt’oggi sono presenti, nel cortile della cascina, i bagni riservati ai proprietari di immobili destinati ad attività artigianali. C’erano i cavalli, soprattutto per trasportare la legna e il carbone per riscaldarsi e poi cani, gatti, galline, conigli… Il cortile era libero, in pochi avevano la macchina, i bambini avevano quindi spazio per correre e giocare insieme (anche se “quei bambini” oggi raccontano che preferivano rincorrersi e nascondersi nei campi a fianco alla cascina). Arrivavano e si stabilivano in cascina famiglie da ogni parte d’Italia, portando profumi e dialetti esotici ancor oggi.

La presenza di artigiani non si é mai arrestata: dal dopoguerra il cortile della cascina ha ospitato falegnami, scultori, caldaisti, elettricisti, muratori…

Nessun commento:

Posta un commento

PARCO DEL CITYLIFE

CityLife vanta uno tra i parchi più ampi di Milano, ma soprattutto è ricco di opere d’arte che lo rendono un vero museo a cielo aperto tutto...