oggi Largo Corsia dei Servi
Imboccando una delle tante gallerie che si snodano dai portici di Corso Vittorio Emanuele, per l’esattezza sul lato destro lasciando Piazza del Duomo alle spalle, ci si ritrova in uno spiazzo che non ha veramente alcun senso. Originariamente era il Pasquirolo, sorto sulle rovine delle terme Erculee romane. Qui ancora oggi è possibile trovare la vecchia chiesa di San Vito al Pasquirolo.
L’edificio fu costruito in stile tardo-manierista, dopo il 1621, da Giovanni Pietro Orobono. Il portale fu invece progettato dal Genovesino nel 1626-1627. San Vito al Pasquirolo sorge oggi al centro di un ampio e caotico cortile moderno realizzato con le demolizioni post-belliche, che se non altro hanno in parte ricreato l’originario prato del “piccolo pascolo”, da cui aveva preso il nome la zona (Pasquirolo, per l’appunto). Dopo essere rimasta chiusa per un trentennio, la chiesa è stata di recente restaurata e riaperta. Oggi si officiano funzioni con rito cristiano-ortodosso.
La piazzona porta oggi il nome antico che possedeva Corso Vittorio Emanuele: Corsia dei Servi. La chiesa è stata denudata. I palazzi che la circondano, tutti moderni, anni Cinquanta e Sessanta. Due anni fa si decise di chiudere il passaggio centrale e la straordinaria doppia scala ellittica che portava ad una specie di primo piano esterno – entrambi creati dallo studio BBPR – inglobandoli all’interno di un negozio di abbigliamento, snaturando così il progetto architettonico originario e privando la città di un pezzo di storia dell’architettura milanese. Adesso, insomma, per vedere questa scalinata un tempo pubblica (peraltro protetta dalla sovrintendenza ai beni architettonici) bisogna entrare nel negozio e la possibilità di scattare fotografie turistiche è proibita.
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