Casa Taverna poi Perego. Secondo lo status animarum del 1576, la casa apparteneva ad Alberto Litta, mentre nel 1610 risulta proprietà del vescovo Taverna. L’attuale civico 4 passò poi alla famiglia Perego (vi abitò tra il 1797 e il 1799 l’architetto Giuseppe Piermarini), mentre il 2 da proprietà del regio demanio divenne proprietà dei Branca. La facciata fu rifatta nella prima metà del Settecento.
Si apre su Via Borgonuovo con la fronte elegantemente disegnata, accuratamente costruito con granito rosa al piano terreno e arenaria ai piani superiori, adorno di ben modellate sculture.
Il grande cortile con arcate ravvivate in chiave da mascheroni, rette da colonne monolitiche di granito, è ampio ed elegante.
All'interno molte sale sono decorate con stucchi dorati di raffinata e notevole fattura sul soffitto e pareti.
Il Palazzo Branca ospitava la cosiddetta "Residenza" della Banca Commerciale Italiana.
L'austero edificio ottocentesco, realizzato da Enrico Terzaghi, era diventato meta dei clienti importanti (di solito i maggiori prenditori di denaro) accompagnati dai Direttori delle Filiali per conoscere i Direttori e i Condirettori Centrali (più raramente gli Amministratori Delegati) che gestivano i rami d'affari di competenza e che non raramente "scavalcavano" le Filiali nei contatti fiduciari.
In precedenza i visitatori venivano "ospitati" nei ristoranti della "Galleria" (in genere "Biffi"): per ovviare a questa dispersione esterna la "Residenza" era stata attrezzata con cucine proprie, cuochi (cui veniva conferito il grado di Capo Ufficio) e camerieri (tutti regolarmente assunti dalla Comit). La gestione del personale e dei locali era stata affidata al buon Roberto Amadasi, la cui presenza discreta permeava un'atmosfera signorile ed ovattata.
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