Il Piermarini, che era anche architetto di corte, si occupò della realizzazione del progetto partendo proprio dalle facciate, simmetriche e scandite ciascuna dalla presenza di venticinque finestre e tre portoni d'ingresso. Il fabbricato si svolge attorno ad un cortile centrale e ad altri minori di servizio ai lati. Nel cortile maggiore corrono due ali di porticato ad archi su colonne doriche di granito; sopra le arcate si trovano finestre a cimasa piana riccamente decorata nel fregio con corone, aquile, palme e festoni. Dalla testata destra del portico si accede al grandioso scalone a due rampe, con parapetto e balaustre e grandi vasi decorativi avente le parenti scompartite da lesene ioniche.
Al piano nobile, in parte adibito oggi ad uffici, si apre una serie di sale riccamente decorate dagli stucchi dorati di Giocondo Albertolli e dagli affreschi di Martin Knoller. Nel fondo del cortile d'onore, sull'asse dell'androne, per un criptoportico in tre campi, si passa a un piccolo giardino.
Nel portico verso l'omonima piazza, sulla testata a sinistra dell'ingresso si erge una scala secondaria continuata fino al secondo piano con un parapetto di ferro lavorato in stile di transizione fra il barocco fiorito e il neoclassico. L'architetto Simone Cantoni intervenne, realizzando la cappella del Palazzo nel 1787.
Di particolare importanza vanno notati gli eleganti bassorilievi dei riquadri tra i due ordini di finestre nella zona superiore dell'edificio. La facciata è poi caratterizzata da un ordine inferiore a bugnato sul quale si impostano i due ordini superiori.
Nel 1991 sono terminati i lavori di ripulitura della facciata, che hanno riportato l'edificio agli antichi splendori.
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