venerdì 5 novembre 2021

CREDENZA DI SANT'AMBROGIO


Si formò a Milano nel 1198, quando il popolo minuto, dopo un periodo di gravi agitazioni, ottenne di poter partecipare al governo della città e formare una propria credenza accanto a quella antica costituita dagli elementi aristocratici.

Una sorta di Camera di Commercio di oggi. 

I consoli della nuova credenza intervenivano negli atti di pubblico interesse insieme con il podestà e con i consoli di giustizia e dei negozianti. Da Galvano Fiamma si apprende che essa aveva la sua più antica sede in una casa munita di una torre che era prima della famiglia Bottazzi e che, secondo le ricerche fatte dallo storico Giulini, era situata in parrocchia di S. Galdino all'angolo delle vie dette appresso del Rebecchino e dei Mercanti d'oro. La torre fu ricostruita da Azzone Visconti, ma mantenne l'antico nome di Torre della credenza. "( In piazza Mercanti sorgevano due torri: Torre dei Faroldi, attigua al Palazzo della Ragione e in seguito abbattuta dopo essere stata soppiantata dall’attuale torre civica o di Napo Torriani del Palazzo dei Giureconsulti. La torre civica apparteneva originariamente alla famiglia dei Bottazzi, ma ne rimane solo il nucleo, che venne rivestito dell’attuale aspetto dall’architetto Enrico Terzaghi a metà Ottocento)". A capo della credenza fu dapprincipio Drudo Marcellino, personaggio che risulta essere stato uno dei podestà cittadini nel 1201 e nel 1212 e uno dei consoli del comune nel 1205. Nel 1240 ne fu eletto capo Pagano della Torre e nel 1247 Martino, nipote di Pagano che fu chiamato con la nuova denominazione di anziano della Credenza di S. Ambrogio. Secondo il Giulini nel 1279 la credenza non esisteva più, invece secondo il Ghiron si sarebbe spenta tra il 1292 e il 1299. In quest'anno sorse un'associazione che prese il nome di Nuova Credenza di S. Ambrogio, ma era di carattere militare, contava 1000 soldati e aveva ottenuto dal Consiglio generale uno stendardo e sei bandiere con l'arma della città. Col ritorno dei Torriani nel 1302 essa perdette d'importanza e dopo il 1308 gli storici non ne fanno più menzione. A quando narra il Merula, nel 1311, cacciati nuovamente i Torriani, si voleva creare un'altra associazione consimile di 1200 soldati, ma ne fu tosto abbandonato il pensiero.
La Credenza di Sant'Ambrogio e la Motta
Dal 1194, col Trattato di Vercelli, Milano aveva acquistato la libertà dei traffici su tutte le vie d’acqua e di terra nella pianura lombarda; due anni dopo gli accordi con Como assicurarono ai Milanesi i valichi alpini per l’esportazione al nord dei prodotti agricoli e artigianali; nel 1197 il Trattato di Lodi garantiva i traffici verso l’Adriatico e il Trattato di Monferrato l’accesso a Genova.
La classe artigiana e mercantile si era a tal punto rinforzata da necessitare nel 1197 l’acquisto della Torre dei Bottazzi, all’angolo tra la contrada dei Mercanti d’oro e quella dei Berrettai, dove mettere la sede della Credenza di S. Ambrogio. La Credenza era conosciuta come espressione del popolo grasso, ossia mercantile, ma di fatto era guidata dalla classe capitaneale: il suo capo era detto “Capitano del popolo”, carica ricoperta inizialmente da Dando Marcellino, podestà di Genova. Gli artigiani che poi entrarono a farne parte nelle loro corporazioni di arti e mestieri erano inizialmente considerati solo come “massa di manovra”. L’altra grossa organizzazione era della Motta, che riuniva le discendenze popolari più ricche e potenti; la sua sede non è ancora stata identificata.
Nel 1201 si designò un podestà per ognuna delle due classi: Raniero Cotta per la Motta, Drudo Marcellino per la Credenza.
La posizione assunta dalla Credenza spinse la Motta a creare la Società dei Gagliardi, alla quale la Credenza oppose la Società dei Forti, due eserciti che scesero in campo in città nel 1205. L’ultima a sorgere fu la Società dei Coronati: 600 nobili che nel 1240 militavano al comando di Ludovico da Lampugnano al servizio di Gregorio da Montelongo, rettore del comune insieme al francescano Leone da Perego. I due avevano assunto una specie di dittatura al di sopra delle magistrature comunali per fronteggiare l’attacco di Federico II di Svevia.

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