Il nome “cotoletta” deriva dal dialetto milanese “cutelèta”, a sua volta mutuato dal francese côtelette, che vuol dire “costoletta”. Si tratta infatti proprio della costoletta, ma non di maiale bensì di vitello. L’unica che davvero possa essere a ragione chiamata la vera cotoletta alla milanese. È solo nel 1814 però che si ritrovano tracce di questo termine legato al piatto, nel dizionario milanese-italiano curato da Francesco Cherubini.
D’altro canto, già in Francia nel XVIII secolo esistevano le costine panate, e quando qualche cuoco d’Oltralpe le portò in Italia, venivano chiamate “cotolette della Rivoluzione Francese”. Queste ultime, in realtà, si differenziano dalla cotoletta alla milanese, in quanto venivano marinate nel burro fuso con erbe, sale, pepe e chiodi di garofano e poi passate nella farina, nelle uova battute e nel pangrattato prima di essere fritte.
Ma se la nostra amata pietanza derivasse proprio dal piatto francese? Negli ultimi tempi tra gli storici della gastronomia si sta facendo avanti questa ipotesi. Sta di fatto, comunque, che il Comune di Milano, con la delibera di Giunta datata 17 marzo 2008, ha assegnato la DE.CO. (“Denominazione Comunale”) alla “Costoletta alla milanese” e non cotoletta.
Sappiamo che anche a Vienna si mangiano ottime costolette impanate. Ma è nata prima la ricetta della cotoletta alla milanese o quella della cotoletta viennese (in austriaco Wiener Schnitzel)?
Si tratta di una questione annosa e di cui si conoscono solo alcune dicerie, peraltro poi, seppur riportate da guide di un certo livello (come quelle del Touring Club) recentemente smentite da chef internazionali e storici della cucina italiana. La leggenda vuole che il Conte Attems, aiutante del famoso generale Radetzky, ai primi dell’800 cenasse a Milano e gli venisse servita proprio una pietanza di una cotoletta impanata. Sembra che lui ne parlasse in una lettera come di uno “straordinario piatto a base di vitello impanato nell’uovo e fritto nel burro”. Da lì l’esportazione a Vienna.
La cucina austriaca conosceva però la panatura e la frittura già dal 1719. C’è da dire, comunque, che le due pietanze sono molto diverse. Se infatti la cotoletta milanese è solo ed esclusivamente di vitello cotta nel burro chiarificato, ma la si può servire sia spessa che sottile, con o senza osso, la wiener schitzel è sempre e solo sottile, viene servita sempre senza osso ed è di maiale. In più, viene fritta nello strutto. A questo punto non ci resta che scoprire qual è la vera ricetta tradizionale della cotoletta alla milanese.
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