Legata anch'essa alla storia del latte.
Morivione ed i lattai
In via dei fontanili sopravvivono i resti di una chiesetta rurale detta Sacra Famiglia in Morivione, attualmente chiusa perché pericolante.
Il Ponzoni, nel suo libro “Chiese di Milano” lo data al 1786 anche se da alcuni documenti risulta essere più antico se fu ampliato nel 1676 (Arch. Curia Arciv.).
Il nome deriva dal testo di una lapide “Qui Morì Vione”, che in tempi antichi indicava il luogo ove questo personaggio passò a miglior vita, e finì per indicare il circondario stesso.
Vione, chi era costui?
Esistono diverse versioni a tal proposito Forse Vione era un generale Franco che rimase ferito durante i sanguinosi combattimenti contro i longobardi di re Alboino e che giunse stremato durante la ritirata a Milano solo per morire di cancrena sulle rive del Ticinello.
Secondo un’altra tradizione tal Vione Squilletti era un mercenario veneto che alla guida dei suoi sgherri saccheggiava il territorio del milanese finchè non fu sconfitto ed ucciso dalle truppe di Luchino Visconti nella località suddetta.
Terza versione, quella popolare e quindi per noi più accreditata, tramanda che questo Vione fosse un feroce bandito che alla guida di 600 masnadieri avrebbe tentato addirittura di impadronirsi della città, era il 1236 ed il 23 aprile, giorno di San Giorgio,unico punto in cui le tre versioni trovano accordo, ed il brigante trovò la morte in quel borgo racchiuso fra la Vettabbia ed il Ticinello, e qualcuno per rammemorare la sospirata liberazione dalle angherie di quel losco figuro incise la lapide di cui sopra.
Si dice che in quel giorno le campane suonassero a festa e che le donne del borgo offrirono ai soldati che le avevano liberate latte fresco, panna e uova.
Nacque così una festa che ancora negli anni venti del secolo scorso faceva accorrere famiglie a frotte nelle osterie del Vigentino: La Panerada, festa della panna, dove il dolce nettare veniva servito nelle tazze di maiolica e accompagnato dal prelibato Pan de mej dolz, il tipico dolce di farina di miglio e fior di sambuco.
Da quel giorno San Giorgio venne assunto come protettore dei lattai che abitavano la zona.
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