Il terreno scelto era in parte quello del vecchio camposanto della Parrocchia di san Rocco, chiuso nel 1826.All’inizio del 1900 iniziarono i lavori per la nuova parrocchia, la Chiesa di Sant'Andrea progetto dell’Ing. Cesare Nava, in sostyituzione della chiesa di san Rocco, consacrato nel 1786 e chiuso nel 1826, si era trasformato dopo la raccolta delle spoglie in una distesa di campi, fino a quando non fu inserito nel Piano Regolatore di Cesare Beruto, che diede ordine all’espansione della città di Milano a partire dal 1884, molto più grande per accogliere i nuovi fedeli della crescente città.
Dopo due anni l’edificio fu portato quasi a compimento, tanto che la consacrazione avvenne nel 1904, per quanto mancassero ancora la pavimentazione, la facciata, il campanile, gli arredi fissi: si poteva celebrare e pian piano quanto mancava poteva essere aggiunto man mano che si sarebbero resi disponibili i fondi.
La facciata è stata compiuta nel 1987 – questa è la data riportata sulla lapide.
Ma i lavori erano continuati a più riprese nel periodo intercorrente: la pavimentazione del presbiterio è stata rifatta nel 1980 ( in Botticino e Nero Occhiolino) e nel 1982 era stata rivista la copertura in coppi del tetto.
Il nuovo edificio sorge maestoso all’incrocio tra via Crema e via Giulio Romano, nel quartiere di Porta Romana.
La copertura esterna è prevalentemente in mattoni, a parte alcuni inserimenti marmorei nelle cornici della facciata tripartita, caratterizzata da archi a tutto sesto sormontati da svecchiature rettangolari e timpani a triangolo, e altri inserimenti nelle cornici di gronda delle facciate laterali e infine nell’agile campanile che svetta nella zona absidale della chiesa.
Le forme scelte sono quelle in voga all’epoca, ovvero l’eclettismo, il romanticismo e il liberty, dando alla chiesa un aspetto medioevale o pseudo basilicale (“chiesa che non ci da nulla di nuovo, anzi nuoce all’antico” da Lombardia Le Chiese di Milano di Carlo Ponzoni 1930).
Sotto il profilo tecnologico, particolarmente significativa è la soluzione della copertura studiata dall’Ing. Nava: una soletta piana in calcestruzzo armato precompresso definisce il soffitto dell’aula, e poggia sui muri esterni in mattoni pieni portanti, restando coperto da una struttura in legno tradizionale, a capriate che reggono il manto protettivo esterno in coppi.
L’interno a tre navate è caratterizzato da due file di colonne tutte di marmi differenti, che scandiscono il cammino di avvicinamento al presbiterio, monumentale nelle dimensioni (55 m di lunghezza).
Sopra il
presbiterio spicca il ciborio, realizzato dalla Scuola Beato Angelico integrando in esso anche due colonne di antica provenienza come per il pulpito e le acquasantiere. Il pavimento delle navate è in marmo bianco di Carrara e grigio Bardiglio, mentre le pareti laterali sono coperte fino a un’altezza di 2,60 m da lastre di rosso di Verona.
La chiesa sorta col nome di San Rocco, fu dedicata successivamente a Sant’Andrea per onorare il defunto arcivescovo Andrea Ferrari.
Recentemente è stata sottoposta ad un intervento conservativo e di restauro, condotto dagli architetti Laura Rossi e Claudio Musolino, recuperando quanto l’inquinamento e la trascuratezza hanno nel frattempo ammalorato.
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