venerdì 22 ottobre 2021

ABBAZIA DI CHIARAVALLE

E’ una delle più grandi abbazie che sorgono a Sud di Milano, un complesso monastico cistercense di grande importanza spirituale, storica e artistica, nonché caposaldo dello sviluppo agricolo della Bassa Milanese.
L’abbazia fu fondata nel 1135 da San Bernardo di Chiaravalle alla guida di un gruppo di monaci provenienti dall’abbazia borgogna di Clairvaux, nella Francia Nord-Orientale, e come da tradizione assunse il nome del monastero di cui era figlia. Animati dalla volontà di ritornare alla fedele osservanza della regola benedettina “ora et labora” i Cistercensi si insediavano fuori delle città, dedicandosi al lavoro dei campi, bonificando e rendendo fertili le terre, contribuendo allo sviluppo dei territori nel rispetto dell’ambiente circostante.
Dopo circa un secolo di lavori la costruzione del monastero venne terminata e il 2 maggio 1221 l’Arcivescovo Enrico Settala consacrò la chiesa abbaziale.
Il monastero divenne ben presto il fulcro di una florida azienda agricola, irrigata da una rete di rogge alimentate dalla Vettabbia, le cui acque erano sfruttate anche per azionare i mulini utilizzati per macinare il grano, come quello adiacente all’abbazia restaurato nel 2009 per finalità produttive e didattiche.
Nel 1447 la nomina a commendatario di Ascanio Sforza, fratello di Ludovico il Moro, avviò una nuova fase di ampliamento e decorazione. Durante il periodo rinascimentale lavorarono all’abbazia artisti come Donato Bramante – autore del Cristo alla Colonna oggi a Brera – e Bernardino Luini, con la Madonna con Bambino e due angeli musicanti, al termine della scala che conduce al dormitorio, dal transetto destro.
Dopo la soppressione avvenuta nel 1798 il complesso subì una serie di demolizioni, tra cui quella del chiostro bramantesco distrutto per far posto alla linea ferroviaria Milano-Pavia-Genova, che correva, fino al 2008, a pochi metri dall’abside. Nel 1894 iniziarono i lavori di restauro, proseguiti dopo il rientro dei Cistercensi nel 1952.
Il portale d’accesso, che rammenta il fulgido periodo di Ascanio Sforza, introduce alla foresteria e alla cappella quattrocentesca di S. Bernardo, detta anche “ Cappella delle donne” perchè destinata alle donne che secondo la regola non potevano recarsi nella chiesa abbaziale se non nel giorno della festa della Dedicazione. Nella cappella possiamo ammirare affreschi importanti come l’Adorazione dei Magi, S. Michele, Vergine in adorazione del bambino, di Pittore lombardo, e Cristo davanti a Pilato, attribuito dapprima al pittore fiammingo Hjeronymus Bosch, successivamente allo svizzero Hans Witz.

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