chiesetta di San Giovannino alla Paglia, presso il fopponino di Milano

La chiesa è di limitate proporzioni, spicca la qualità del cotto lombardo come spruzzo di colore rosso tra le abitazioni adiacenti, davanti si stende un cortile, un rustico sagrato privo di pavimentazione e punteggiato di piante ad alto fusto, vecchie piantumazioni semplici che ben si integrano nel luogo. Il cortile è quello che di più antico rimane, laddove ebbero luogo le prime sepolture della peste di fine “500, zolle benedette che forse accolgono e custodiscono i resti dei nostri avi. Infatti in quest’area esisteva un cimitero, ovvero, una grande fossa comune per i morti, da cui il nome, “Foppa” , equivalente di buca, termine dilettale milanese, poi “Fopponino” come diminutivo. In origine quindi il luogo destinato alle sepolture comuni della peste che raccoglieva i morti del territorio di Porta Vercellina. L’appellativo di Fopponino di Porta Vercellina trae origine dalla sua territorialità a scala di città, dalla sua funzione, dal linguaggio dialettico popolare ma anche da un tentativo strategico delle autorità sanitarie di situare i Fopponini, ed in Milano nel periodo della peste ne esistevano altri, in zone limitrofe alla città esterna cioè fuori dalle mura e lontani dagli abitati.
La chiesa non risulta orientata ma è disposta in sull’asse nord-ovest / sud-est, molto probabilmente fu costruita in due fasi successive integrate fra loro: una prima fase databile nel periodo compreso tra 1662-1663 riguarda il nucleo primitivo di fondazione costituito dal corpo centrale ed identificabile nella piccola navata voltata a botte conclusa da un piccolo presbiterio di forma rettangolare coperto con una piccola volta a vela, entrambe sormontate da una copertura a capanna, quella del corpo a voltato a botte di poco più alta rispetto a quella che copre il presbiterio. Della fondazione così come del progetto originario non si ritrovano testimonianze e documenti precisi, inoltre si riscontra una discordanza di opinioni tra gli storici milanesi che nei secoli scorsi si sono occupati dell’argomento. La prima data attendibile è del 1663 in quell’anno infatti la primitiva costruzione, di modeste dimensioni, forse poco più grande di una cappella, doveva essere già terminata ed addirittura funzionante difatti nello stesso anno si ha notizia che fu benedetta da un certo Don Macario prete della basilica di S. Ambrogio e Prefetto di Porta Vercellina. Nello stesso anno, il 26 dicembre, vennero autenticate da parte della Curia Arcivescovile le reliquie dei santi martiri Faustino, Fortunato, Feliciano e Vitale, giacenti nella chiesetta. Non appena conclusa la fase d’impianto, si diede inizio ad una campagna di ampliamenti che dal 1662 si conclusero nel 1673, undici anni attraverso i quali la chiesa acquista la sua attuale fisionomia passando attraverso vari accorpamenti: • l’ampliamento longitudinale con la realizzazione di un presbiterio più ampio coperto da una volta a vela e sormontato da una copertura a capanna, la quale è impostata ad una quota di colmo più bassa rispetto alla porzione originaria voltata a botte (1663-1664); • la realizzazione della Canonica della “Confraternita della buona morte” sia maschile che femminile fondate dal Cardinale Alfonso Litta, arcivescovo di Milano (1664), potrebbero aver inglobato nella loro costruzione la realizzazione del basamento del campanile e della porzione del piano terra la cappella di sinistra della Beata Vergine (1664-1666); • Nel 1666 Don Carlo Ghioldo, canonico della Basilica di San Nazaro, con delega arcivescovile, benedice l’altare maggiore ormai terminato; • Nel 1673 la chiesa poteva considerarsi compiuta in ogni sua parte poiché oltre all’altare maggiore risultavano completate anche le due cappelle laterali, quella di sinistra, dedicata alla “Beata Vergine” e quella di destra, dedicata al “Santissimo Crocifisso”.
Risultò finito anche il piccolo campanile a pianta rettangolare dotato di due campane, e la nuova sacrestia;
• Nel 1722 l’altare maggiore fu spostato in avanti ed in quell’occasione il presbiterio venne delimitato mediante la realizzazione di balaustra lapidea munita di cancelletto in ferro; • Nel 1736 venne eretto l’altare nella cappella superiore della Beata Vergine che era stata costituita 60 anni prima. Sono le ultime notizie che riguardano il Fopponino inteso come chiesa e costruzioni accessorie, successivamente con le leggi emanate da Giuseppe II, ed in parte con le loro conseguenze, ha inizio un periodo di lenta ma inarrestabile decadenza. La chiesa e l’area circostante vennero, per forza degli avvenimenti, lasciati in stato di semiabbandono impedendone lo svolgimento delle sue funzioni benefiche, si ridusse, nel 1895 con la soppressione del cimitero, a svolgere la funzione di oratorio maschile dipendente dalla parrocchia di San Pietro in Sala.
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