

Il 25 settembre 1490 Ludovico il Moro regala al nobile Signor Giacometto di Lucia dell’Atella, suo cavaliere e intimo scudiero, le due case vicine, l’una grande e l’altra piccola, che in estate ha acquistato per 6.000 lire imperiali dagli eredi di un nobile piacentino.
Gli Atellani, o della Tela, erano una famiglia di diplomatici e cortigiani probabilmente originari della Basilicata, saliti al nord, alla corte del Moro e degli Sforza, nel corso del Quattrocento. Come testimoniano i molti affreschi rinvenuti alle pareti e le novelle di Matteo Bandello, le loro case e il loro magnifico giardino sono al centro della vita mondana milanese per tutto il periodo sforzesco. Gli Atellani le abitano fino al diciassettesimo secolo, dopodiché le case passano attraverso tre diverse famiglie proprietarie: i conti Taverna, i Pianca e i Martini di Cigala.
Nel 1823 i Pianca affidano agli architetti Aspari una radicale ristrutturazione in senso neoclassico delle facciate, grazie alla quale le case degli Atellani fanno la loro prima comparsa nelle guide turistiche milanesi. Nel 1919 l'ingegnere e senatore Ettore Conti le acquista per farne la propria abitazione, nonostante le obiezioni di Gianna Casati, la moglie: "Non vorrai che noi si venga ad abitare in questa topaia".
Conti affida al genero architetto Piero Portaluppi l’incarico del progetto. Portaluppi trasforma le due case in una sola dimora di sua invenzione, abbattendo le mura che separano le corti preesistenti e creando un unico ingresso. Mescolati con mano già esperta alle proprie passioni, ovunque Portaluppi riscopre e aggiunge affreschi e reperti scovati nei cinque secoli di vita dell'edificio. Dopo tre anni di cantiere, la nuova casa degli Atellani viene inaugurata nel 1922, in occasione delle nozze d’argento di Ettore Conti e Gianna Casati. Dopo la guerra Portaluppi ne curerà i restauri e un'ulteriore trasformazione, necessaria dopo i gravissimi bombardamenti del 13 e 16 agosto 1943.
Vigna di Leonardo
alla Firenze di Lorenzo il Magnifico, Leonardo da Vinci arriva a Milano, alla corte di Ludovico Maria Sforza detto il Moro, nel 1482. All'epoca, lui e Ludovico hanno entrambi 30 anni.
Nel 1495 Ludovico gli assegna l’incarico di dipingere un’Ultima Cena nel refettorio di Santa Maria delle Grazie. Nel 1498 Ludovico concede a Leonardo la proprietà di una vigna di circa 16 pertiche.
È lecito immaginare Leonardo, al tramonto di una giornata di lavoro, mentre lascia il cantiere del Cenacolo, attraversa il Borgo delle Grazie e, transitando per la casa degli Atellani, va a controllare lo stato della sua vigna. Per poco però: nell’aprile del 1500 le truppe del re di Francia sconfiggono e imprigionano il Moro e anche Leonardo lascia Milano, non senza aver prima affittato la vigna al padre del suo allievo prediletto Gian Giacomo Caprotti, detto il Salaì.
Leonardo non smetterà mai di occuparsi della sua vigna: la riconquisterà quando i Francesi gliela confischeranno e in punto di morte, nel 1519, la citerà nel testamento, lasciandone una parte a un servitore e un’altra parte proprio al Salaì.
Con i bombardamenti della II guerra mondiale la vigna era stata sepolta dalle macerie e si era persa traccia della sua esistenza. Con un grande lavoro di recupero e di ricerca, la vigna è stata ritrovata e, grazie anche agli studi di genetica botanica, è stata ripiantata esattamente com’era.



Per la visita andare sul sito:
Nessun commento:
Posta un commento