E’ adibita ad uso abitativo ed artigianale. La Cottica (dal nome dei proprietari), denominata anche Codega perché vi si allevavano e macellavano i maiali.
La cascina era già riportata con il nome di COSICA nelle carte topografiche del Regno Lombardo Veneto del 1833 e faceva parte di un più vasto comparto agricolo, che ha visto poi l’inserimento delle piste per la corsa dei cavalli.
La posizione baricentrica fra gli abitati di Lampugnano e Trenno e la relazione con le cascine limitrofe (Chiusa e Fagnarello in particolare) la rendevano parte attiva del sistema delle aziende del comparto Trenno - Torrazza - Fagnarello del catasto Teresiano che vivrà successivamente di relazioni con le piste per la corsa dei cavalli.
E’ chiaramente riconoscibile il corpo principale residenziale a corte chiusa su quattro lati e la presenza di manufatti lineari accessori con orientamento nord-sud. Sul lato est è riconoscibile un giardino di pertinenza anch’esso “ritagliato” dalla nuova previsione stradale (tratteggio rosso).
L’organizzazione degli spazi attorno al cortile prevedeva le abitazioni a Nord (porzione ancora integra) e le strutture di supporto (stalle, depositi, granai) a scendere verso Sud (porzioni demolite).
Negli anni ‘60 presso la Cascina avevano sede: - un fornaio, poi riconvertito in laboratorio di apicoltura
- una ciclo-officina - un’officina meccanica - una lavanderia industriale - un ovile - Abitazioni civili L’attuale trattoria pizzeria del vicolo era una bottega/drogheria conosciuta come «Bottiglieria Franzetti»Sopravvive l’attività di apicoltura dei Fratelli Moro; un’azienda rinomata che produce miele di ottima qualità. Il miele viene raccolto grazie ad alveari “fissi” e mediante la cosiddetta tecnica del “nomadismo”. Le arnie vengono portate in zone particolarmente ricche di nettare “seguendo” letteralmente le aree di infiorescenza stagionale.
Oltre ad aumentare sensibilmente la produzione, questa tecnica permette di eseguire “raccolti” differenziati in base alla fioritura predominante, ad esempio: acacia, castagno e tiglio.
Con le postazioni “fisse” viene in prevalenza prodotto il cosiddetto “millefiori”, il delizioso cocktail di nettare prelevato dalle api su vasta scala e durante tutta la stagione vegetativa.
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