Dopo il 1880 l’edificio passò al Demanio ed è oggi sede dell’Istituto Lombardo di Scienze e Lettere.
Il palazzo, di origine precedente al XVI secolo, fu costruito dalla famiglia Bossi, che lo vendette alla famiglia dei Landriani e trasformato nel 1513: nella prima metà del Cinquecento un incendio distrusse quasi completamente il palazzo, che venne riedificato su progetto di Cesare Cesariano, a cui è stato possibile attribuire l'opera solo grazie all'analisi di alcuni suoi progetti. In seguito, fu proprietà degli Araciel, nel XVII secolo quando il palazzo passò in proprietà degli Imbonati responsabili del suo riadattamento secentesco, dei Melzi, dei Salazar, è tuttavia ben visibile e conservato, sulla parte sinistra della facciata, il prospetto originale cinquecentesco.
Come appena specificato, il fronte si divide in due parti: sulla sinistra si trova la parte cinquecentesca originale della facciata scandita al pian terreno da lesene di ordine dorico mentre al piano superiore sono presenti finestre con decorazione in cotto e timpani triangolari. La parte secentesca si presenta più sobria, con il balcone in ferro battuto come unico elemento decorativo di spicco.
All'interno è presente un porticato di gusto bramantesco con colonne di ordine corinzio: su una delle pareti del porticato erano un tempo presenti degli affreschi di Bernardino Luini, staccati e oggi conservati alla Pinacoteca di Brera. Tra gli elementi interni degni di nota si possono citare gli affreschi attribuiti a Cesare Cesariano nella Sala del Centenario raffiguranti segni zodiacali.
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